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‹‹Vendere l’arte per pagarsi le spese di gestione è un po’ come vendere la macchina per pagare la benzina››. Dura la reazione del direttore del Detroit Institute of Art dopo la notizia della vendita nel 2013 di un quadro di Cézanne da parte della Edsel & Eleanor Ford House, per la cifra record di 100 milioni di dollari.
Situata nei dintorni di Detroit, la Ford House, eredità del magnate dell’auto Henry Ford, pare si trovi in una situazione finanziaria solida, ma sta utilizzando i proventi della vendita per creare un fondo speciale per le operazioni, la conservazione e il restauro della proprietà e della collezione. Per questo motivo la notizia della vendita è rimasta segreta fino a qualche ora fa. Dopo l’ultima ondata di crisi del 2013, il Detroit Institute of Art, che ha dovuto difendere molte delle sue opere dagli avvoltoi, ha fatto di tutto per rafforzare le politiche museali riguardo la vendita di opere d’arte, ma le regole per le istituzioni private sono molto meno severe. I musei possono vendere opere solo per comprarne di nuove, ma è vietato vendere per pagare il funzionamento quotidiano della struttura. Per altre istituzioni, come le dimore storiche, è possibile vendere per avere cura della propria collezione e pagare le spese.
Benché sembri navigare in ottime acque, con circa 60mila visitatori annui e con un fondo dedicato alle operazioni che si attesta intorno agli 86milioni di dollari, la casa museo non ha potuto rifiutare l’offerta fatta da un privato per La Montagne Sainte-Victoire vue du bosquet du Château Noir, 100 milioni che fanno entrare il dipinto del francese nella classifica delle 15 opere più costose della storia. Ma ora i visitatori saranno privati del piacere della vista di uno dei capolavori dell’arte mondiale. E questo quanto può valere?