Dopo la piramide di fragole, ecco le pesche e il melone di Jean Siméon Chardin. Christie’s Paris li mette all’asta con una nota speciale, già dalle primissime righe: «Il dipinto è in libera circolazione», specifica, «a disposizione dei collezionisti di tutto il mondo» – subito a placare il timore di vederlo dichiarato tesoro nazionale, e poi ritirato dall’asta e concesso in prelazione a qualche maxi museo nazionale. Vedi il caso (a lieto fine) del Panier de Fraises al Louvre. Ma questa è un’altra storia.
Le melon entamé è una delle opere più importanti di Chardin ancora in mani private, andrà all’incanto il prossimo 12 giugno con una stima di € 8-12 milioni. Per Pierre Etienne, International Director of Old Master Paintings di Christie’s, «si tratta di un esempio di pura poesia pittorica, un momento sospeso nel tempo che racchiude tutta la magia dell’artista: l’equilibrio della composizione, della luce, del colore e della forma». Il dipinto, dalla rara forma ovale, fu esposto per la prima volta al Salon annuale dell’Académie de Peintures et de Sculptures nel 1761, insieme al suo pendant, Le bocal d’abricots (ora all’Art Gallery of Ontario, Toronto) e al già citato cestino di fragole acquisito di recente dal Louvre.
Dopo il Salon del 1761, entrò a far parte di numerose collezioni prestigiose, a partire da quella di François Martial Marcille (1790-1856). Vale a dire una vera e propria garanzia, se si parla delle opere di Chardin – ne aveva acquistato una trentina, oggi il Louvre ne possiede circa quaranta del pittore, solo per rendere l’idea. Dopo la morte di François, i suoi figli Camille Marcille (1816-1875) ed Eudoxe Marcille (1814-1890) divisero tra loro la sua collezione. E continuarono a valorizzarla negli anni, cogliendo il significato del gruppo nel suo insieme. Come? Organizzando una serie di straordinarie mostre pubbliche, che contribuirono a riportare Jean Siméon Chardin al posto che gli spettava nella storia dell’arte. Senz’altro lungimiranti.
Un’altra voce importante nel curriculum di provenienza: la collezione Rotschild. Dopo la morte di Camille Marcille nel 1876, Le melon entamé fu acquistato da Stéphane Bourgeois, un mercante d’arte che agiva per conto della baronessa Nathaniel de Rothschild (1825-1899). «Come Marcille», confermano da Christie’s, «il nome Rothschild è il segno di una dinastia di collezionisti che in ogni ambito incarnano raffinatezza, erudizione e gusto impeccabile». Non resta che il vaglio del mercato, adesso. Appuntamento a quest’estate, in Avenue Matignon.
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