Alla fine, l’asta non si farà. Christie’s ha ceduto alle pressioni internazionali e, per evitare ulteriori polemiche e ritorni di immagine negativi, ha deciso di annullare la vendita di gioielli dell’eredità di Heidi Jelinek Horten, la collezionista scomparsa nel 2022, vedova del facoltoso imprenditore Helmut Horten, membro del partito nazista durante la Seconda guerra mondiale.
La casa d’aste aveva già battuto a maggio 2023, a Ginevra, una buona parte dei gioielli di Heidi Horten, arrivando alla quota vertiginosa di 202 milioni di dollari, superando i record precedenti tenuti dalle vendite di altre collezioni di altissimo profilo di pezzi simili, appartenute a Elizabeth Taylor – 137 milioni di euro – e alla famiglia dell’emiro del Qatar Al Thani. A beneficiare dei proventi della vendita è stata la Fondazione Heidi Horten, organizzazione che gestisce la Heidi Horten Collection e che, nel giugno 2022, inaugurò una sede espositiva permanente nel centro di Vienna, con opere di autori del calibro di Gustav Klimt, Egon Schiele, Marc Chagall, Pablo Picasso, Andy Warhol, Gerhard Richter, Georg Baselitz. La raccolta fu presentata per la prima volta al pubblico nel 2018, con una selezione di 175 opere in mostra al Leopold Museum di Vienna. Della collezione di gioielli, che consta di pezzi di maison quali Van Cleef & Arpels, Cartier, Bulgari, Tiffany, Harry Winston, invece si sapeva molto poco, almeno prima della grande vendita.
Anche per questo alone di mistero, dissipato a suon di milioni, la vendita era passata tutt’altro che inosservata, sollevando una marea di proteste da parte di alcuni clienti di Christie’s oltre che di diverse organizzazioni ebraiche. La fortuna di Heidi Horten deriva infatti anche dal lascito del marito Helmut, morto nel 1987 lasciando alla moglie un capitale di circa 1,2 miliardi di dollari.
Nato nel 1909 a Bonn, Horten Horten riuscì ad acquisire un’importante azienda di grandi magazzini dai proprietari ebrei Strauss e Lauter, con il supporto della della Commerz- und Disconto-Bank, quando i nazisti salirono al potere nel 1933. Mantenne sempre buoni rapporti con il governo e al termine del secondo conflitto mondiale fu anche internato dall’esercito britannico, a Recklinghausen. Dopo il rilascio continuò a espandere il suo impero commerciale e, nel 1960, conobbe l’allora diciannovenne austriaca Heidi Jelinek, di 32 anni più giovane di lui, nel bar di un hotel a Velden am Wörthersee. La coppia si sposò il 23 luglio 1966, conducendo una vita sfarzosa. Alla morte del marito, Heidi è riuscita nell’impresa di incrementare il patrimonio, accumulato al contempo una collezione d’arte di oltre 500 opere. Classificata tra le 500 persone più ricche del mondo da Forbes, Heidi ha anche posseduto uno degli yacht più grandi al mondo, il Carinthia VII.
La vendita dei gioielli, stabilita dalla stessa Heidi per sostenere la sua Fondazione dopo la sua scomparsa, però si è trasformata in un incubo di pubbliche relazioni per la casa d’aste. Inizialmente la vendita della seconda parte dei pezzi della collezione di gioielli era prevista a novembre 2023, sempre a Ginevra ma Christie’s ha preferito annullare tutto. Ad alzare la voce, clienti importanti della casa d’aste, come Cathy Lasry, moglie del miliardario Marc Lasry. Le organizzazioni ebraiche, tra cui l’Ente nazionale per la Memoria della Shoah, Yad Vashem, hanno rifiutato e criticato la proposta di Christie di donare in beneficenza alcuni dei proventi. Il Museo d’Arte di Tel Aviv ha annullato un evento organizzato da Christie’s che avrebbe dovuto svolgersi a dicembre. «La vendita della collezione di gioielli Heidi Horten ha provocato una intensa riflessione e la reazione ad essa ha profondamente colpito noi e molti altri», ha detto ad Artnet Anthea Peers, presidente di Christie’s EMEA.
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