Aspettavamo questo passo con estrema curiosità – e con grande certezza, data la corsa inarrestabile dei tempi. Dal 25 febbraio all’11 marzo, Christie’s metterà in vendita un’opera 100% digitale, priva di qualunque elemento tangibile e basata su NFT. Everydays-The First 5000 Days, questo il titolo della nuova scommessa della maison, un collage digitale realizzato dall’artista Beeple con ben 5.000 immagini: una per giorno, pixel per pixel, dal maggio del 2007 ad oggi, per testimoniare la propria carriera e, di pari passo, le evoluzioni sociali degli ultimi 13 anni.
Nessun range di prezzo indicato sul catalogo, perché, commentano dalla casa d’aste, «questo è un nuovo mezzo per Christie’s». Ma la dicitura “estimate unknown”, stima sconosciuta, non fa altro che alimentare le aspettative. Le offerte partiranno quindi da 100 dollari e potranno aumentare per tutta la durata dell’asta online, in un’escalation di bid che i collezionisti saranno disposti a rilanciare. E con un protagonista come Beeple – che spopola su Instagram con 1,8 mln di followers e ha già collaborato, tra gli altri, con Eminem, Katy Perry e con i marchi Apple, Nike e Louis Vuitton – ci aspettiamo belle sorprese. Nuovi collezionisti, fatevi avanti. Millennials, soprattutto voi.
Ma cosa significa, di preciso, che l’opera all’asta è “basata su NFT”? NFT è l’acronimo di Non-Fungible Token, i token crittografati su una blockchain che costituiscono informazioni uniche, non intercambiabili. In questo senso, quindi, Everydays risulta registrata tramite un NFT che contiene la firma dell’artista e che non può in alcun modo essere alterato, sostituito con altri dati. In altre parole: è la fine dei problemi ultra noti legati all’arte digitale, che fino all’introduzione della blockchain era facilmente replicabile, condivisibile, scambiabile e, per questo, altrettanto complessa da posizionare sul mercato.
«Un NFT è un token digitale unico criptato con la firma dell’artista», spiegano da Christie’s, «che viene identificato individualmente sulla blockchain, verificando effettivamente il legittimo proprietario e l’autenticità di una creazione digitale originale. L’NFT per quest’opera è stato generato da MakersPlace, un mercato primario per i creatori digitali». Il cambiamento, insomma, è notevole. Un’arte di questo tipo non può essere falsificata, perché tutti i movimenti e le transazioni – i cosiddetti “blocchi” della catena – vengono registrati in modo irreversibile, senza possibilità di manipolazione. Ogni opera è la somma di tutti i passaggi cronologici a cui è stata sottoposta, che si traducono in una sequenza, in un codice preciso. Il risultato? Impossibile mentire.
Il mercato dell’arte, negli ultimi tempi, sembra aver incoronato questo genere di tecnologia. Senza dubbio, ne ha compreso le infinite potenzialità, che spaziano dalla tutela del diritto d’autore, alla possibilità di frazionare la proprietà di un’opera, all’occasione di tracciarne il “curriculum”, i passaggi di mano. Anche in termini di numeri il riconoscimento è decisamente in crescita. Se già nel 2017 l’antesignano Lincoln Townley accettava pagamenti in criptovalute, anticipando la moda, lo scorso settembre Right Place & Right Time di Matt Kane è stato aggiudicato per 100.000 dollari su una piattaforma dedicata alla programmable art (Async Art); e lo stesso Beeple, a dicembre, ha venduto una collezione di 20 opere per 3,5 milioni di dollari – lo ricorda anche Christie’s nel suo comunicato. Ma, dicevamo, in quei casi si trattava di piattaforme specializzate. Stavolta, invece, è davvero una rivoluzione: l’arte 100% digital approda in una casa d’aste tradizionale, confermando che, sì, ai NFT agli incanti potremmo abituarci molto presto.
«Christie’s», dichiara Noah Davis, specialista di Arte Post War e Contemporanea, «è entusiasta di avere l’opportunità di lavorare con Beeple, un pioniere sfacciato tra gli artisti digitali, per presentare la prima opera d’arte puramente digitale basata su NFT mai offerta da una grande casa d’aste. Vediamo questo come un momento cruciale per il futuro dei nuovi media e per la pratica stessa del collezionismo». E ancora: «Non diversamente dall’avvento della Street Art come categoria collezionistica blue chip, l’arte basata sulla NFT è sulla soglia di diventare la prossima forza ingegnosamente dirompente nel mercato dell’arte».
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