Era il 20 luglio del 1969: Neil Armstrong sbarcò sulla luna e più di novecento milioni di persone seguirono emozionate quella scena, già consapevoli di aver assistito in diretta – letteralmente – a un pezzo di Storia. A distanza di cinquantun’anni, Christie’s ripercorre quella e altre imprese straordinarie nello Spazio con l’asta Voyage To Another World. La Victor Martin-Malburet Photograph Collection, online dal 6 al 19 novembre: una sfilata di 2400 scatti assemblati per celebrare le prodezze della NASA, con stime comprese tra 800 e 30.000 sterline. Grande attesa, poi, per l’unica foto di Armstrong sulla luna – non a caso, il top lot dell’incanto – che potrebbe arrivare fino a 50.000 sterline.
«In un’epoca in cui la fotografia era ancora analogica», raccontano gli esperti di Christie’s, «gli astronauti venivano istruiti da specialisti della NASA, di Hasselblad, Kodak, Zeiss e, al tempo stesso, da fotografi di Life e National Geographic come Ralph Morse e Dean Conger. Attraverso le loro macchine fotografiche, gli astronauti, trasformati in artisti, hanno trasmesso al mondo intero la profondità della loro esperienza, cambiando per sempre il modo in cui vediamo noi stessi e il nostro posto nell’universo».
Un po’ astronauti e un po’ artisti, insomma, è così che li pensiamo. E senza la loro incredibile versatilità non avremmo testimonianza fotografica delle loro inimmaginabili imprese. Non solo, dicevamo, le avventure dell’Apollo 11 e l’iconica passeggiata di Neil Armstrong, ma anche scatti inediti, custoditi per anni negli archivi del Manned Spacecraft Center di Houston: le bellissime immagini della Terra completamente illuminata, le impronte degli astronauti sulla luna, l’autoritratto di Buzz Aldrin (che oggi chiameremmo selfie), con la curva blu della superficie terrestre sullo sfondo; e perfino Laika, il primo animale lanciato nello spazio, seduta come nulla fosse nella capsula dello Sputnik 2.
«Avevo allora 23 anni e sentivo che era il mio momento di cominciare a collezionare», dice Victor Martin-Malburet a proposito della sua raccolta senza eguali. «Avevo studiato matematica e fisica all’università e volevo in qualche modo offuscare il confine tra arte e scienza. Ho pensato a una cosa che mio padre diceva sempre sul collezionismo d’arte: cerca il disordine. Mi venne in mente che nessun momento storico potesse essere più dirompente di quel breve intermezzo, quando la gente lasciava questo pianeta e andava in un altro mondo. Per me quello è stato l’inizio».
E non è tutto. Proprio come la grande arte, a cui Christie’s paragona le bellezze dell’universo, la collezione Victor Martin-Malburet vanta un curriculum espositivo di tutto rispetto, con mostre al Grand Palais di Parigi, al Kunsthaus di Zurigo e al Louisiana Museum of Modern Art di Copenaghen. Insomma, il periodo è quello giusto: negli ultimi anni i collectible aerospaziali continuano a registrare cifre da capogiro e accaparrarsi un pezzo di Spazio rientra in un trend più che mai attuale. E se il meteorite lunare in vendita privata da Christie’s per 2,5 milioni risulta forse un po’ fuori portata, possiamo continuare a sognare con la poesia intramontabile di uno scatto.
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