Christie’s annuncia WE ARE ALL BEIRUT, l’asta di beneficenza per sostenere la capitale libanese dopo le tragiche esplosioni dello scorso 4 agosto. A distanza di tre settimane dal disastro che ha scosso il mondo intero, quelle immagini continuano a rimbalzare su tutti gli schermi, riportando la mente alle oltre 160 persone uccise, ai 6mila feriti, ai quartieri rasi al suolo. E, ancora, ai musei, ai siti religiosi, alle innumerevoli gallerie d’arte, come la Marfa Gallery e la Galerie Tanit, che sono state completamente distrutte. Sarkis Khoury, direttore generale delle antichità presso il Ministero della Cultura del Libano, ha tradotto in numeri i danni inflitti al patrimonio culturale, arrivando a contare almeno 8000 edifici danneggiati, di cui circa 640 storici, con quasi 60 di questi ultimi che rischiano di crollare.
Insomma, davanti a uno scenario simile, la casa d’aste ha deciso di fare la sua parte, organizzando una charity sale che avrà luogo il prossimo novembre. «Siamo impegnati ad aiutare», commenta Guillaume Cerutti, CEO di Christie’s, «e speriamo che molti dei nostri clienti internazionali, amici e collezionisti seguano la nostra chiamata all’azione. Vedere le immagini della devastazione di martedì 4 agosto rimarrà sempre nella nostra memoria collettiva e i nostri pensieri sono rivolti a tutte le famiglie, gli amici e gli artisti che hanno perso così tanto. Con questa iniziativa speriamo di raccogliere fondi sufficienti per fare la differenza. Il mio più profondo ringraziamento a tutti coloro che si sono già impegnati o si sono informati su quali sono i progetti di Christie’s per aiutare a ricostruire la comunità artistica di Beirut».
Non è la prima volta, d’altronde, che Christie’s si dimostra vicina alla capitale libanese: già nel 2015, nel contesto di una campagna di crowdfunding, aveva battuto una ventina di opere per favorire la nascita di un nuovo museo a Beirut. Anche stavolta, la casa d’aste non si è tirata indietro ed è più che mai determinata a preservare il profilo culturale di una città che si identifica anche nei suoi palazzi e nella sua arte, con una storia intessuta di luoghi e di tradizione. «L’arte libanese», afferma Michael Jeha, Presidente di Christie’s Middle East, «è al centro delle nostre aste in Medio Oriente dal 2006 e Christie’s sente un profondo senso di responsabilità nel partecipare agli sforzi globali per aiutare a ricostruire Beirut, una città così ricca di cultura. Siamo stati così colpiti dalla solidarietà dimostrata e dai sinceri desideri di aiuto che Christie’s ha ricevuto nella scorsa settimana».
Saranno circa 50 i lotti di arte, gioielli, design e orologi venduti a novembre per raccogliere fondi e favorire la ricostruzione del patrimonio artistico di Beirut, compreso lo splendido Museo Sursock, riaperto nel 2015 e oggi gravemente danneggiato. Vi abbiamo già parlato delle varie iniziative nate in questo momento particolarmente difficile, come la raccolta fondi Art Relief 4 Beirut organizzata dall’artista Mohamad Kanaan, a cui hanno aderito anche i quattro vincitori del Turner Prize 2019; in quest’anno sciagurato, segnato da pandemie e crisi non soltanto economiche, è ora Christie’s a offrire un bellissimo esempio di un’arte in prima linea, che si mobilita e non è fine a se stessa.
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