Arrivano, puntuali, i risultati del primo semestre di Christie’s, e con questi una risposta parziale sull’andamento del mercato dell’arte. Dopo un 2020 che aveva visto primeggiare la rivale azienda di Drahi nel combattuto “duopolio” Sotheby’s/Christie’s, la maison di Pinault mette il gas e porta a casa ben 3,5 miliardi, «il secondo miglior totale degli ultimi 6 anni». Qualche numero significativo: 7 delle 12 opere più costose di questo periodo sono passate sotto il martello di Christie’s (incluso Femme assise prés d’une fenêtre di Picasso, il primo capolavoro venduto per più di $100 milioni in due anni); il tasso di vendita in tutte le aste – da “record”, come riportano gli esperti – è stato dell’87%; il totale delle vendite ha superato del 13% il primo semestre del 2019 – vale a dire l’ultimo termine di paragone pre-pandemia.
«Dopo un anno di sconvolgimenti e cambiamenti legati al COVID», commenta il CEO Guillaume Cerutti, «i forti risultati della prima metà del 2021 mostrano la resilienza del mercato dell’arte e la capacità di Christie’s di adattarsi e di rinnovarsi in un contesto impegnativo. […] E mentre continuiamo a guidare, innovare e impegnarci nel nostro ruolo per un mercato dell’arte più responsabile, siamo incredibilmente orgogliosi di promuovere talenti diversi, non solo nell’ambito della nostra leadership, ma negli artisti di cui celebriamo il lavoro attraverso le nostre vendite».
Dati interessanti arrivano così dalle indagini sui collezionisti: il 30% di tutti gli acquirenti del primo semestre 2021 sono nuovi da Christie’s (contro il 26% nel 2019), con i 2/3 che entrano tramite le ormai sdoganate vendite online. Il 31% di questi new collectors sono Millennials – probabilmente attratti dalle novità digitali e dai sempre più diffusi formati cross category – mentre il 73% delle aste NFT registra un’età media di 38 anni (13 in meno rispetto alla media per quelle “tradizionali”). Giovani attirati da arte “giovane”? Non solo: l’investitore di criptovalute Justin Sun è andato controcorrente, acquistando un Picasso da $20 milioni (Femme nue couchée au collier – Marie-Thérèse) e accostandosi a un collezionismo in real life.
Partecipazione record, inoltre, per gli acquirenti asiatici, che segnano il 39% del valore delle vendite della maison in tutto il mondo. Le aste del primo semestre di Christie’s Hong Kong raggiungono così i $495 milioni, cifra che si traduce in un aumento del 40% dal primo semestre 2019. Il diamante Sakura – tra gli highlights assoluti della stagione – raggiunge il titolo di gioiello più prezioso venduto all’asta a Hong Kong ($29,29 milioni), mentre il Guerriero di Jean-Michel Basquiat scalza il primato di Gerhard Richter come opera occidentale più costosa mai aggiudicata in Asia ($41,7 milioni).
Ottimi traguardi, da Christie’s, anche in termini di interazione. Sono 30.000 i clienti che hanno usufruito dei tre canali di vendita (registranti, mittenti e acquirenti/venditori di vendite private), segnando un confortante +54% rispetto al primo semestre del 2020; 26,2 mila, invece, gli utenti iscritti all’asta (+59% dal 2020) e ben 7,5 milioni è il totale dei visitatori unici sul sito ufficiale. Ma non è tutto, perché a trionfare in casa Christie’s è anche il gender balance degli auctioneers: un perfetto 50 e 50 contro i 66 uomini e le 34 donne di 6 anni fa – riferiscono con orgoglio dalla casa d’aste – con una nuova generazione di banditori sul palco delle evening sales.
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