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Christie’s annuncia un’altra punta di diamante dell’asta newyorkese dedicata al 20th Century. Insieme al bellissimo Waterloo Bridge, effet de brouillard di Claude Monet e alla composizione neoplastica di Piet Mondrian da 25 milioni, scopriamo adesso anche Untitled, un’intensa tela sui toni del blu dipinta nel 1970 da Mark Rothko. La particolarità? È il penultimo lavoro realizzato dall’artista prima del suicidio, avvenuto nel febbraio dello stesso anno nel suo studio. La stima è su richiesta, ma si aggira intorno ai $40 milioni.
Quando nel 1968 viene colpito da un aneurisma all’aorta, il sessantaquattrenne Rothko sa che la sua vita sta giungendo al termine. Il suo corpo è logorato dagli eccessi del fumo, dell’alcol, da anni di depressione, anche il suo matrimonio è in crisi. Prima del gesto estremo, vuole che la sua eredità artistica sia tutta in ordine: scrive il testamento, riordina le sue opere, ne dona alcune alla Tate. C’è ancora la Rothko Chapel di Houston da terminare, lo sa, ma quella verrà conclusa soltanto post mortem. Ebbene, nel pieno di quell’ultimo atto, nel 1970, Rothko dipinge tre opere. Una – la penultima, dicevamo – è proprio quella presentata da Christie’s.
«Il penultimo dipinto di Rothko, Untitled», spiega Emily Kaplan, Co-Head della 20th Century Evening Sale di Christie’s, «offre una visione d’addio dal colore raggiante, incandescente; un inno luminoso e risonante che racchiude in modo eloquente lo spirito del lavoro della sua vita. Liberandosi delle lugubri sfumature monocromatiche che lo avevano occupato per gran parte del 1969, Rothko si immerge un’ultima volta nello spettro ingioiellato e inebriante che aveva guidato la sua pratica per oltre due decenni. Il suo tono blu intenso cambia e muta quando cattura la luce, scintillando come un portale per l’aldilà».
Non poteva appartenere a collezionisti qualsiasi il testamento pittorico di Rothko, portavoce silenzioso – ma fortissimo – dello stato mentale ed emotivo di quegli ultimi giorni. Tra i precedenti proprietari, la bibliografia annovera nientemeno che la Paul and Rachel “Bunny” Mellon Collection, di cui fu parte per decenni insieme a capolavori di Monet, Degas, Van Gogh, Diebenkorn e molti altri ancora. Alla morte di Rachel Mellon, nel 2014, la tela entrò in un’altra prestigiosa collezione privata, ad oggi anonima, ed è da qui che arriverà sotto il martello di Christie’s il prossimo 11 maggio.
I record di Mark Rothko
Prima di concludere, diamo uno sguardo alle aggiudicazioni più iconiche delle opere di Mark Rothko. Un mercato sempre fiorente il suo, che già nel 2005 registrava oltre $22 milioni per Homage to Matisse (1953) e, nel maggio del 2007, da Sotheby’s, $72,8 milioni per il celebre White Center (Yellow, Pink and Lavender on Rose) del 1950. Nel 2012, poi, il suo Orange, Red, Yellow (1961) tagliò un nuovo traguardo con un’aggiudicazione da $86,9 milioni all’asta di Christie’s, per superare infine ogni record nel 2014, quando l’imprenditore russo Dmitry Rybolovlev acquistò da un privato l’opera No.6 (Violet, Green and Red) del 1951. La cifra? Decisamente stellare: 186 milioni di dollari.