-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Christie’s pensa italiano, ma a Parigi. Domenico Gnoli tra i top lot
Mercato
Tanti saluti a Londra, ancora e ancora. Nonostante il Klimt battuto per oltre £ 85 milioni a fine giugno, nonostante i record dell’ultima Classic Week londinese, come il Beato Angelico da £ 5 milioni. Non si rimangia la parola data la maison di François Pinault, fremono i preparativi per la seconda edizione francese di Thinking Italian – la vendita di Christie’s che celebra i grandi maestri nostrani, migrata l’anno scorso da una sponda all’altra della Manica, da Londra a Parigi, non senza clamore. Schifano, Burri, Pistoletto, Castellani, sono questi i nomi che popolano da anni il format storicamente londinese – ora di pelle parisienne. E poi ovviamente Alighiero Boetti, che proprio nel 2022 chiudeva la partita con un record roboante da € 5,6 milioni, sorpassato pochi giorni più tardi da una mappa ricamata da $ 8,8 milioni (Sotheby’s). «Il primo incanto di arte italiana a Londra, nel 2006, totalizzava £ 4 milioni e mezzo, mentre oggi l’ultima vendita parigina ha chiuso con € 33 milioni», rivelava in una recente intervista a exibart Mariolina Bassetti, Chairman, Post-War & Contemporary Art, Continental Europe, and Chairman, Christie’s Italy. «L’arte italiana ha tutto un altro peso, ormai, a livello internazionale».
Ed ecco adesso le primissime anticipazioni: a guidare l’edizione 2023 di Thinking Italian, in calendario il prossimo 20 ottobre nella Ville Lumière, anche due degli artisti italiani più in voga dentro e fuori i confini. C’è un superzoom di Domenico Gnoli del 1966 tra i top lot di Christie’s, un collo di camicia ben inamidato realizzato nel periodo migliore dell’artista italiano – gli stessi anni di quei capelli neri brillanti andati nel 2014 per £ 7 milioni (Christie’s), o ancora di quella camicia bianca, un’altra, che nel 2015, a New York, portava a casa $ 6,9 milioni (Phillips). Bonus track: il dipinto vanta un’impressionante storia espositiva, tra cui Documenta Kassel nel 1968 e la mitica mostra Italian Metamorphosis al Guggenheim di New York nel 1994. La stima che traduce questo curriculum d’eccezione, da Christie’s: € 1,5-2,5 milioni. Non solo. Tra i primi highlights a trapelare dal catalogo, in vista di ottobre, anche un Concetto spaziale del 1961 ad opera di Lucio Fontana: una spessa superficie color ocra, materica, eppure screpolata, e poi ferita irreparabilmente da una foratura che punta all’infinito. Pronostico pre-incanto: € 300-400 mila.
Ultima nota a margine – ultima non per importanza, come si suol dire – la concomitanza strategica con la seconda edizione di Paris+ Par Art Basel (19-22 ottobre 2023). Vale a dire il nuovo avamposto parigino del colosso Art Basel che l’anno scorso ha chiuso i battenti con un totale scintillante di 40.000 visitatori. «Sembra che siano tutti a Parigi», diceva in quei giorni il gallerista Thaddaeus Ropac, e il trend sembra non rallentare a quasi 10 mesi di distanza. Migrano e inaugurano a Parigi anche le mega gallerie italiane, negli ultimi anni, da MASSIMODECARLO a Tornabuoni a Galleria Continua, per citare alcuni nomi nostrani; fino ai più recenti giganti internazionali come Mendes Wood DM, presto in Place des Vosges, e ancora Hauser & Wirth, che entro fine anno occuperà ben quattro piani di un Hôtel Particulier al 26 bis di Rue François 1er. Tutti a Parigi, si diceva. Incluso l’incanto iconico di Christie’s, che continua tuttavia a «pensare italiano».