Piero Manzoni, Achrome, 1958. CHRISTIE’S IMAGES LTD. 2025
Raddoppia l’appuntamento Thinking Italian nella Ville Lumière, si annullano di fatto le vendite su suolo italiano. Lo annunciava lo scorso autunno la major Christie’s, in coda a un’asta white gloves che confermava quello che tutti sanno, tutti ripetono come un mantra da ameno due anni: i grandi affari dell’arte, in Europa, si chiudono a Parigi. Meglio ancora se a ottobre, in concomitanza con il colosso Art Basel, nella sua veste patinata parisienne; e con tanti saluti a Londra, oltremanica, mentre l’Italia (già largamente fuori dai giochi in termini di competitività) resta una terra di rappresentanza, dove incontrare i collezionisti, rafforzare i legami, crearne di nuovi. Così il 9 e il 10 aprile, in Avenue Matignon sfila sotto il martello una bella sfilza di maestri nostrani, li hanno ammirati in lungo e in largo i collezionisti tra Roma, Torino e Milano, in preview, e ora è la resa dei conti – con bis già annunciato nel secondo semestre.
Quindi, i top lot: ça va sans dire, la superstar del mercato Lucio Fontana, un Concetto spaziale in bianco realizzato poco prima della morte e mai esposto pubblicamente prima d’oggi. Stima: € 600.000-800.000. Un altro Fontana, in rosso stavolta, è rimasto in una collezione privata per oltre cinquant’anni e ora sfida il mercato con un pronostico di € 500.000-700.000. A proposito di giganti: è in vendita per € 600.000-900.000 un Piero Manzoni del 1958, un raffinato – e precoce – esempio della serie degli Achrome. Incrociava lo sguardo del pubblico l’ultima volta nel lontano 1971, quando fu incluso nella storica mostra presso la Galleria d’Arte Moderna di Roma, vedi alla voce: rarità. Mentre Grey Runner di Salvatore Scarpitta, realizzato nel 1963, fu esposto a Venezia vent’anni più tardi, presso la Chiesa di San Samuele, e ora potrebbe passare di mano per € 200.000-300.000.
«Siamo felici di aver duplicato l’appuntamento con Thinking Italian, che questa primavera vede raddoppiare l’offerta di arte italiana a Parigi, affiancandosi alla tradizionale asta di ottobre», rivela a exibart Renato Pennisi, Director and Senior Specialist, Christie’s global 20/21 Century Team for Modern and Contemporary Art. «Una rigorosa selezione è alla base delle due sezioni in evening e day sales, in cui, fiduciosi, abbiamo inserito soggetti iconici dei nostri più apprezzati artisti del XX secolo». Immancabile Alighiero Boetti – tra i protagonisti , peraltro, della maxi mostra Arte Povera alla Bourse de Commerce, terminata a gennaio. Da Christie’s, a Parigi, il suo Senza Titolo (Segno e disegno), del 1978-79, è stato acquistato direttamente dallo studio dell’artista e fa il suo debutto assoluto sul mercato – e agli occhi del pubblico, in generale, fu esposto l’ultima volta alla Galleria del Piccolo Museo di Lecce nel lontano 1986. La stima: € 400.000-600.000. Mentre Il dolce far niente del 1975 è una delle sole quattro opere realizzate da Boetti in biro nera e ha una provenienza eccezionale, arriva nientedimeno che dalla collezione privata di Arnaldo Pomodoro. Rarità su rarità. L’appuntamento è a partire da mercoledì, da Christie’s Parigi. Che continua a pensare italiano.
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