Ottimi risultati per Christie’s, che incassa due traguardi nella stessa giornata. Il primo è Torre della Moschea Koutoubia di Winston Churchill, venduto nel corso della Modern British Art Evening Sale per 8,2 milioni di sterline, commissioni incluse, a fronte del record precedente di 1,8 milioni (Goldfish Pond at Chartwell, Sotheby’s 2014). Il secondo riguarda un’opera su carta di Vincent Van Gogh dal titolo La Mousmé (10,4 milioni di dollari con commissioni), che ha spodestato il disegno La moisson en Provence venduto nel 1997, sempre da Sotheby’s, per 8,8 milioni di sterline.
I retroscena di questo dipinto – ve lo avevamo anticipato – sono davvero straordinari. Un intreccio di Storia, storie, amicizia, tutti fissati su un’unica tela che racconta di terre e tempi lontani. Lo sa bene il suo nuovo proprietario, che ieri ha pagato 5 volte la sua stima per portarlo a casa insieme agli altri due dipinti di Churchill offerti all’incanto. Con Torre della Moschea Koutoubia (1943), St. Paul’s Churchyard (1927) e Scene at Marrakech (1935), l’ignoto acquirente ha pagato un totale di ben 11,2 milioni, commissioni incluse; e di certo la provenienza del primo titolo, passato dalle mani di Franklin Delano Roosevelt fino alla collezione di Angelina Jolie, avrà alimentato il suo desiderio di possesso.
Il secondo record è stato fissato nel corso dall’asta A Family Collection: Works on Paper, Van Gogh to Freud, in diretta da New York. La Mousmé, questo il titolo dell’opera aggiudicata ieri per 10,4 milioni di dollari, che descrive «una ragazza giapponese – provenzale in questo caso – tra i 12 e i 14 anni». È lo stesso artista a spiegarlo al fratello Theo in una lettera del 29 luglio 1888: a ispirare quella donna dai tratti orientali fu il romanzo Madame Chrysanthème di Pierre Loti, che narra l’amore di un ufficiale di marina per una giovane giapponese – una mousmé, appunto. Quella storia, così intessuta di suggestioni per l’Oriente, suscitò l’interesse di Van Gogh, che realizzò un dipinto con lo stesso soggetto (oggi custodito alla National Gallery di Washington) per poi dedicarsi alla “nostra” opera su carta.
«Non molto tempo dopo aver completato l’olio, che raffigurava la mousmé proprio come è descritta nel romanzo di Loti», leggiamo sul catalogo di Christie’s, «Van Gogh si mosse rapidamente per creare l’opera attuale. Lontano da una diretta ripetizione o copia del dipinto, qui perseguì un diverso percorso pittorico, ritraendo la sua modella a busto, che gli permise di esplorare l’espressione imperscrutabile e la bellezza giovanile del volto della sua enigmatica cliente. Ingrandì le sue labbra e gli occhi, catturando un livello spettacolare di dettagli – le sue ciglia scure, per esempio, sono rese con linee nere sottili e delicate – come se fosse estasiato dalla calma compostezza e solennità della sua espressione. I colori contrastanti e sperimentali del ritratto a olio sono sostituiti da una pletora di linee e punti diversi che ha impiegato per ottenere una forma alternativa di modellazione tonale, questa varietà di tratti gli offre una tavolozza di possibilità pittoriche che è avvincente quanto il pigmento».
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