MESSA A FUOCO
Per molti aspetti Olga Carol Rama (Torino, 1918) rappresenta un
unicum nello scenario artistico italiano. Artista protagonista del XX secolo,
ha dovuto aspettare gli anni ’80 per vedere riconosciuto in pieno il suo
talento. Da quel momento però è divenuta una sorta di figura trasversale,
passata dallo status di outsider a quello di genio del Novecento, anche nel
contesto di posizioni critiche tra loro antagoniste: Bonami l’ha inserita nel
suo noto progetto Italics a Palazzo Grassi, Sgarbi sembra intenzionato a offrirle
un posto nel Padiglione Italia alla prossima Biennale di Venezia.
Il percorso concettuale dell’artista, che appare coerentemente
improntato a un autobiografismo onirico, un eros fantastico e carnale sempre in
bilico sull’abisso della coscienza, non può essere considerato formalmente
lineare: la sperimentazione di generi, materiali e tecniche costituisce un
aspetto tipico che rendono la conoscenza di Carol Rama piuttosto complessa.
MINI-BIO
Olga Carol Rama nasce a Torino il 17 aprile 1918.
Autodidatta, si mette in evidenza a partire dagli anni ’30 con lavori
profondamente autobiografici, nei quali sono condensate paure e angosce
derivanti da precoci drammi familiari. Inizialmente assegnata a un generico
ambito surrealista, degli anni ’50 è la sua adesione al MAC – Movimento Arte
Concreta guidato da Gillo Dorfles, mentre negli anni ’60 il sodalizio con Edoardo
Sanguineti le consentì
di pervenire a una sintesi nuova nella celebre serie dei bricolage, nei quali
inaugura l’uso di materiali di recupero che caratterizzeranno le sue opere nei
decenni successivi.
Sono questi anni molto intensi nei quali entra in contatto
con i principali artisti e intellettuali dell’epoca, italiani e stranieri. A
partire dagli anni ’70 riaffiorano nette le tematiche autobiografiche nelle
opere realizzate con le camere d’aria ed è solo negli anni ’80, ormai
ultrasessantenne, che l’artista riscopre la figurazione, dove narrazione e
allusioni magiche la fanno da protagoniste.
A partire da questi anni si intensificano le mostre a lei
dedicate, in Italia e all’estero, un crescendo che porterà dall’antologica allo
Stedelijk Museum di Amsterdam del ’98, al Leone d’oro alla carriera alla
Biennale veneziana del 2003 (complessivamente sono cinque le sue
partecipazioni), fino alle mostre personali del 2004 alla Fondazione Sandretto
(poi al Mart) e del 2008 a Palazzo Ducale di Genova, dove festeggia i suoi
novant’anni. I più attenti alla carriera dell’artista la ritengono oggi alla
vigilia di nuovi importanti appuntamenti internazionali, favoriti anche dal
recente lavoro intrapreso sulla piazza berlinese dalla galleria Isabella
Bortolozzi.
ANALISI DI MERCATO
Il mercato di Carol Rama degli ultimi anni, pur potendosi
reputare complessivamente stabile e regolare, ha avuto connotati prettamente
nazionali, tendenzialmente riservato all’ambito galleristico. I passaggi in
asta non sono infatti rappresentativi del reale fatturato e valore dell’opera
dell’artista. La sua produzione è stata estremamente prolifica, soprattutto sul
fronte del disegno e dei piccoli acquerelli, lavori che spesso sono però
circolati fuori controllo in contesti minori e periferici.
Il collezionismo vero di Carol Rama è affezionato,
riservato, poco avvezzo a cedere a lusinghe di facili vendite. Ecco perché i
lavori storici e di maggior qualità, soprattutto degli anni centrali dai ’50 ai
’70, in particolare quelli realizzati con le camere d’aria, non sono di facile
reperibilità. Sono chiaramente esemplari delle potenzialità di un mercato tutto
da costruire i recenti record ottenuti in asta da Sotheby’s a Milano, nel
maggio scorso: l’opera Spazio anche più che tempo (1970) è stata aggiudicata a
31.000 euro, raddoppiando le stime, mentre Movimento e immobilità di Birnam (1977) ha toccato i 27.000 euro.
Proseguendo nel filone delle opere con camere d’aria, nel
2008 Organismi ancora ben definiti e vulnerabili (1969) è stato venduto a 18.000
euro e Arsenale 71
(1971) per 12.500 euro, mentre un altro dipinto della serie Spazio anche più
che tempo (1971)
è stato battuto al doppio della stima nel 2001 per 4.100 euro.
Le altre opere degli anni ‘70 presentano stime d’asta
molto basse (1.500-3.000 euro) e un’alta percentuale di invenduto. Ad esempio, Segni
e luogo (1975) non
è stata venduta nel marzo 2002 con stima pari a 5-7.000 e neppure a dicembre
con stima abbassata a 2.500-3.000 euro.
Quarto movimento (1952), l’unica opera rappresentante del periodo di
adesione al MAC, è passata in asta due volte nel 2007, invenduta a maggio da
Christie’s a Milano con una stima forse intempestiva di 30-40.000 euro e ceduta
poi in dicembre, a Prato, al di sotto della sua stima minima per 26.000 euro.
Nel 2007-2008 troviamo aggiudicazioni di opere degli anni
‘50 di altri colleghi del MAC come Mario Nigro e di Atanasio Soldati che superano i 40.000, di Luigi Veronesi che raggiungono i 26.000, per non
parlare dei prezzi raggiunti da Piero Dorazio. Probabilmente è a queste stime che sono state allineate
quelle di Carol Rama in queste circostanze, nel tentativo di forzare un rialzo
dei prezzi che non avevano mai superato i 15-20.000 euro nemmeno per le sue
opere più rappresentative. Che forse non vanno ricercate in questo periodo,
posto che la personalità dell’artista fatica a prorompere tra i confini di un
movimento codificato.
Numerosi dipinti degli anni 60 sono passati in asta tra i
5-8.000 euro, mentre quelli degli anni ‘70 rivelano un alto tasso di invenduto o
aggiudicazioni contenute, intorno ai 2.000 euro.
Per quanto riguarda invece la categoria
disegno/acquerello, i prezzi maggiori sono stati raggiunti da due opere del
1966, Becker
(10.800 euro) a Londra e Composizione (7.400), entrambe aggiudicate molto oltre le stime. Altri
acquerelli degli anni ‘60 vanno dai 2.800 ai 4.500 euro, mentre quelli
successivi hanno prezzi inferiori, fino ad arrivare alla produzione degli anni ‘90-Zero
che difficilmente supera i 2.000 euro.
Negli anni ‘90 numerosi sono i disegni che celebrano
l’ammirazione di Carol Rama verso Buster Keaton: “Per
me Keaton è stato un grande modellatore di immagini, attraverso il silenzio si
proponeva come solitario e come massa”.
La corona di Keaton (1993), pennarello su carta, è comparso in asta ben quattro volte ma
è stato venduto solo nel 2009, a 1.200 euro. Il sogno di Keaton (1995) invece è passato a 1.500
euro nel 2008 al di sotto della sua stima (2-3.000 euro).
Il mercato d’asta di Carol Rama è esclusivamente italiano,
ripartito tra Genova e Torino, a parte le opere più valutate che compaiono da
Christie’s e Sotheby’s di Milano.
CONCLUSIONI
Preso atto che siamo al cospetto di un mercato tutto da
costruire, da varie direzioni emergono segnali che danno chiara misura delle potenzialità
di rivalutazione dell’opera. La collocazione trasversale rispetto alla critica
e il curriculum fanno di Carol Rama artista refrattaria alle mode e
naturalmente portata alla solidità.
Da non sottovalutare la produzione grafica, che in mostra
ha spesso rivelato grande qualità.
Mai come in questo caso vale l’invito ai collezionisti di
rivolgersi a operatori autorevoli, diffidando dalle facili occasioni.
Pro: interesse crescente degli ultimi anni, ampia
produzione, solida reputazione, prezzi contenuti.
Contro: offerta reticente sui lavori di qualità, storia
complessa che impone una conoscenza approfondita, alto tasso di invenduto in
asta, rischio di incappare in opere minori o di scarso valore.
Alcune gallerie di riferimento: Franco Masoero (Torino),
Carlina (Torino), Isabella Bortolozzi (Berlino).
Torino sperimentale
alfredo sigolo e martina gambillara
[exibart]
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Alla Sesta edizione della Biennale di Liverpool (www.biennial.com) ad ingresso gratuito e fino al 28 novembre, Carol Rama è una delle artiste invitate nella sezione International, intitolata Touched. La sua splendida personale si trova in una delle più famose e longeve gallerie pubbliche della città, The Bluecoat, dove è possibile ammirare una ricostruzione del suo studio che ospita sia dipinti sia una serie di abiti-sculture.
http://www.thebluecoat.org.uk/events/view/exhibitions/819
Intensa quanto paradigmatica scelta curatoriale, l'esibizione della Rama in particolare ha destato grande interesse del pubblico abituato alla pittura ma non allo stile dell'artista italiana, che non aveva mai esibito i pezzi in mostra nel Regno Unito.
Rama grandiosa