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L’onda culturale della Corea del Sud si è ormai estesa su tutto il mondo, dalle serie tv su Netflix alle mostre nei musei occidentali più importanti. Ma se è vero che grandi poteri derivano grandi responsabilità, come diceva un noto supereroe, allora sembra essere venuto il momento, per il Paese asiatico, di prendersi le proprie e pensare non solo alla produzione ma anche alla conservazione. Nonostante un mercato dell’arte in rampa di lancio e un’industria manifatturiera in rapida crescita, la Corea del Sud non dispone di un deposito su larga scala adeguato, uno spazio di stoccaggio progettato specificamente per opere d’arte e altri beni di lusso e di alto valore e per le loro esigenze, che sono varie. Bisogna tenere conto, per esempio, non solo del livello di umidità ma anche di quello dell’ossigeno, che deve essere mantenuto basso per diminuire le possibilità di incendio. L’infrastruttura deve poi essere antisismica e garantire la massima sicurezza contro i furti.
Attualmente ci sono solo due grandi depositi d’arte in Corea, uno di proprietà dell’MMCA – Museo di Arte Moderna e Contemporanea e un altro del Museo Nazionale della Corea. Gli spazi a disposizione delle case d’asta sono molto limitati, rendendo difficile per i collezionisti privati o per le aziende di immagazzinare grandi quantità di merci. Ed è qui che entra in gioco Arshexa. La società è stata fondata nel luglio 2015 con un grande obiettivo: costruire il più grande magazzino dell’Asia all’interno dell’aeroporto internazionale di Incheon.
Per il progetto provvisoriamente soprannominato AH Freeport, un consorzio guidato da Arshexa ha firmato un memorandum d’intesa con la Incheon International Airport Corporation nell’agosto 2022. Con il termine Freeport, cioè porto franco, ci si riferisce a una zona designata dal governo nella quale le tasse sono ridotte al minimo indispensabile, con l’obiettivo di incoraggiare le transazioni economiche. La Corea ha già un’aliquota fiscale relativamente bassa quando si tratta commercio di opere d’arte ma una detrazione non fa mai male. Inoltre, le opere d’arte realizzate da artisti coreani viventi o le opere con un prezzo inferiore a 60 milioni di won, poco meno di 43mila euro, non sono soggette ad alcuna tassa.
In base all’accordo, l’aeroporto presterà 43.669 metri quadrati del suo terreno ad Arshexa e quest’ultima potrà gestire il magazzino per 30 anni. I lavori di costruzione verranno avviati nell’aprile del prossimo anno e l’obiettivo è quello di avviare le operazioni di stoccaggio entro la prima metà del 2026. Saranno investiti circa 379,5 miliardi di won, circa 253 milioni di euro e si tratterà di un edificio di cinque piani con una superficie totale di 96.347 metri quadrati, il che farà diventare il magazzino di Incheon il più grande al mondo nel genere.
L’idea di un grande magazzino potrebbe sembrare poco fantasiosa e non così tanto visionaria ma la sua realizzazione potrebbe rappresentare il colpo finale al mercato coreano dell’arte e della produzione, per dare un forte segnale a livello globale. Questa almeno è la visione del CEO di Arshexa, Song Moon- suk. Per supportare lo sviluppo del mercato dell’arte, come di ogni altro settore, è necessario dotarsi delle infrastrutture giuste. Lo scorso anno il mercato dell’arte coreano ha superato per la prima volta i 1.000 miliardi di won in volume di vendite ma si tratta comunque di meno dell’1% del mercato dell’arte globale e solo di un ventesimo del mercato coreano. Nel 2022 il mercato dell’arte coreano è cresciuto del 37,2% rispetto all’anno precedente, senza però contare le vendite provenienti da Frieze Seoul, che nel 2023 si è svolta per la seconda edizione.
Insomma, se in Europa Londra e Parigi si contendono il primo posto nella classifica delle capitali dell’arte, in Asia si profila un’altra sfida titanica. Hong Kong è il centro artistico di riferimento dell’Asia, nonostante le varie agitazioni geopolitiche che animano la città. Secondo Song, inoltre, il più grande magazzino di Singapore, situato vicino all’aeroporto internazionale di Changi, ha attualmente raggiunto l’86% della sua capacità. Questa la situazione della Cina. E il Giappone? A quanto pare, i terremoti così frequenti scoraggiano gli investitori. Insomma, sarà la Corea del Sud il posto giusto?
Intanto, Arshexa non perde tempo e lavora anche di diplomazia, presentando ufficialmente il proprio progetto a Paris+ par Art Basel, la fiera tenutasi nella capitale francese a fine ottobre. In questa occasione, i membri della società coreana hanno incontrati diversi dirigenti di gruppi come LVMH, LBG, BPCE, Groupe Dassault e Christie’s, per promuoversi come unico partner coreano ospitante della fiera d’arte.