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Da tempo ormai il social network più amato da galleristi, artisti, collezionisti e art lovers in genere è diventato Instagram, che basandosi sulle immagini, calza a pennello per quelli che con le immagini ci lavorano.
Tra i grandi fan del social l’inarrestabile Hans Ulrich Obrist, ma anche Ai Weiwei, Vik Muniz, e Simon De Pury, che ha più di 130mila follower, e che in una intervista telefonica con il NY Times ha dichiarato che «tutte le gallerie e gli artisti ormai hanno un account instagram e postano foto delle loro mostre in anteprima, così da rendere possibili le compravendite delle opere quando la mostra ancora è chiusa. Ecco cosa rende eccitante questo social».
Difficile però che le trattative avvengano direttamente sulla piattaforma web, come racconta Anita Zabludowicz, fondatrice della Zabludowicz Collection, «è capitato di comprare opere viste su Instagram, ma la trattativa è sempre passata via mail o telefono, sia per gli artisti che per i galleristi». La app quindi, può direzionale gli acquisti, ma è più un mezzo promozionale, e non sarà mai una piattaforma dove comprare arte, soprattutto perché poco accessibile alle generazioni di collezionisti che hanno più soldi da spendere per incrementare la loro collezione. La maggior parte degli utenti appartiene alla fascia dei 20-30 e non è la generazione che interessa al mercato, quelli dai 40 in poi, sono ancora molto diffidenti rispetto agli acquisti online. (Roberta Pucci)
Mi pare una moda, come twitter, usato un giorno e poi stufato, instagram è anche peggio solo immagini e dopo un poco una noia unica… vediamo se fra un anno c’è ancora…