03 gennaio 2025

Dentro l’asta. La stazione da record di Ed Ruscha

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Una rassegna di alcuni lotti significativi dell'anno appena volto al termine, tra grandi maestri e artisti emergenti. Ecco il caso di "Standard Station", passata da Christie’s per $ 68,3 milioni

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Ed Ruscha, Standard Station, Ten-Cent Western Being Torn in Half. CHRISTIE’S IMAGES LTD. 2024

Il 19 novembre 2024, a New York, Christie’s batteva per ben $ 68,260,000 l’opera Standard Station, Ten-Cent Western Being Torn in Half (1964) dello statunitense Ed Ruscha, nell’ambito della 20th Century Evening Sale. Record personale per l’artista nonché una delle opere più costose passate all’asta nel 2024.

Questa iconica tela, appartenuta al magnate texano Sid Bass ed esposta nell’importante retrospettiva Now/Then al MoMA di New York e al Los Angeles County Museum of Art, prende ispirazione dalla celebre Route 66 – l’autostrada che collega Chicago a Los Angeles e che è diventata un simbolo indiscusso della cultura americana, tanto nel cinema quanto nella letteratura e nella musica. Racconta un frammento di vita e di paesaggio attraverso lo sguardo di Ruscha, che nel corso degli anni ha viaggiato spesso lungo quella strada per visitare la sua famiglia a Oklahoma City. Armato della sua macchina fotografica, l’artista documentava le stazioni di servizio che incontrava lungo il tragitto. Queste immagini, inizialmente in bianco e nero, si sono trasformate in una serie di potenti dipinti che definiscono la modernità del paesaggio americano e il linguaggio visivo degli anni ’60. Le stazioni di servizio, le strade e le autostrade, segnate dai detriti e dai segni del tempo, diventano così emblemi di un’America in movimento, raccontata attraverso il parabrezza di un’auto.

Anno di grandi passaggi, per Ruscha, sotto il martello delle aste. Solo il giorno successivo, a novembre, un’altra opera di Ruscha veniva aggiudicata, questa volta dalla competitor Sotheby’s: si tratta di Georges’ Flag (1999), venduta per $ 13.650.000. Questa tela rappresenta una bandiera americana che maestosa si erge su un cielo infuocato. Cielo che sfuma dai toni cremisi e scarlatti al giallo solare e che sembra evocare sia un’alba che un tramonto, creando una tensione visiva che rende l’immagine quasi cinematografica. La bandiera è dipinta con una precisione illusionistica ed è illuminata con una luce drammatica che ne amplifica il significato simbolico e rivela la forza grafica dell’opera, che va oltre il suo apparente realismo. Georges Flag rappresenta un perfetto esempio della capacità di Ruscha di esplorare e reinterpretare l’immaginario visivo americano, attraverso una lente pop e contemporanea, conferendo al simbolo patriottico una nuova, intensa forza visiva.

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