Ripartono con successo gli appuntamenti di Pandolfini. L’asta di Arte Moderna e Contemporanea di ieri ha registrato il 77% dei lotti venduti e un incremento del 123% sulle stime minime: ottime performance, tra le altre, per Cariatide di Alberto Viani (76.440 euro) e Cervo con cerbiatti e Fiori di Antonio Ligabue (rispettivamente 52.500 e 42.500 euro), che hanno polverizzato le previsioni iniziali nonostante il periodo di incertezza generale. E non è stato da meno il settore del Design, che il 19 gennaio ha ottenuto il 68% del venduto e una rivalutazione delle stime del 129%, con nomi in catalogo come Gio Ponti e Joaquim Tenreiro. Forte di questo entusiasmo, la casa d’aste annuncia l’incanto del prossimo 2 febbraio: a sfilare saranno stavolta circa sessanta Dipinti Antichi e del XIX secolo (qui), per un percorso che si snoda, elegante, tra cinque secoli di bellezza.
Ad aprire il catalogo di Pandolfini sono i Dipinti Antichi, con opere realizzate tra il Cinquecento e il Neoclassicismo. Dalla Madonna col Bambino e un donatore proveniente dalla bottega di Filippino Lippi (80.000/120.000 euro) a un’inedita Scena campestre firmata da Leandro Bassano (60.000/80.000), dal seicentesco Sacrificio di Isacco di Felice Ficherelli (70.000/90.000 euro) al Sacrificio di Maddalena del Volterrano, la selezione della maison è un tripudio di veri capolavori.
A completare la prima sezione della vendita è un bel gruppo di nature morte, come la sontuosa Composizione di frutta e fiori all’aperto del fiammingo David de Conink (30.000/50.000 euro), mentre tra i ritratti si segnalano la tavola di Santi di Tito raffigurante un Gentiluomo di Casa Passerini col figlio bambino (30.0000/50.000 euro) e un Gentiluomo in armatura del Mulinaretto (7.000/10.000 euro).
L’Odalisca di Hayez tra Dipinti e Sculture del XIX secolo
Sono circa venti le opere del XIX secolo racchiuse nella seconda parte del catalogo. Impossibile non menzionare, tra tutte, la sensualità compassata dell’Odalisca di Francesco Hayez (12.000/15.000 euro), un soggetto molto caro al maestro del Romanticismo e ispirato dalla Grande Odalisca di Jean-Auguste-Dominique Ingres. La lunga serie di odalische – leggiamo sul catalogo di Pandolfini – ha inizio nel 1838, ma si interrompe già nel 1839; il pittore la riprenderà solo a partire dal 1860 quando, «libero dall’insegnamento in accademia e da impegni istituzionali, si dedica con maggior scioltezza al nudo femminile studiato anche dal vero». Ed ecco quindi un susseguirsi di versioni differenti, come Odalisca che legge e Odalisca nel sonno, appartenenti entrambe alle collezioni di Brera. Proprio quest’ultima – sempre secondo gli esperti – presenta importanti somiglianze con la tela proposta da Pandolfini, con quei «capelli celati sotto un turbante colorato, il busto nudo, lo sguardo volutamente non rivolto verso lo spettatore, il profilo del corpo dalle carni chiare e morbide che ben delimita il contorno con lo sfondo».
Concludiamo con una rapida rassegna di altri capolavori del XIX secolo che, insieme all’Odalisca di Hayez, animeranno l’incanto del 2 febbraio: il Ritratto di gentildonna con carrozzina di Vittorio Matteo Corcos, dipinto durante il soggiorno fiorentino dell’artista (15.000/20.000 euro); Amore acceca, una delicatissima scultura in marmo di Donato Barcaglia (45.000/55.000 euro); e infine Veduta di Palermo, che spiega bene il soprannome “ladro del sole” con cui è conosciuto il pittore Francesco Lojacono (25.000/35.000 euro).
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