11 gennaio 2024

Dopo l’asta: bloccata l’esportazione del Beato Angelico da record

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Era stato aggiudicato la scorsa estate da Christie's per 5 milioni di sterline. Adesso il Regno Unito cerca acquirenti "locali" per garantirne la permanenza entro i confini

esportazione beato angelico

Lo annunciava come “pionieristico” Christie’s, prima di affidarlo al vaglio del martello. Finchè qualcun altro non si è accorto del suo valore eccezionale. C’è la Crocifissione di Beato Angelico sotto i riflettori del Regno Unito: a luglio era passata all’asta, a Londra, per la cifra record di £ 5 milioni (ne scrivevamo qui), adesso il governo vieta l’esportazione al suo acquirente, dichiarandone l’importanza per la nazione. «Quest’opera straordinaria di una figura così importante del primo Rinascimento rappresenta un momento chiave nella storia della pittura europea», afferma Lord Parkinson of Whitley Bay, Arts & Heritage Minister, in un comunicato ufficiale – ovviamente in linea con il parere del Reviewing Committee on the Export of Works of Art and Objects of Cultural Interest (RCEWA). «È nel Regno Unito da due secoli e spero che un acquirente nazionale si faccia avanti in modo che possa rimanere qui per essere studiato e ammirato per le generazioni a venire». Il risultato: fino ad aprile, sarà impossibile esportare all’estero l’opera in questione, per agevolare le raccolte fondi di musei e istituzioni nazionali e valutare eventuali proposte. Dopodiché – offerte “locali” alla mano – sarà presa una decisione sulla famigerata licenza di esportazione. 

Una storia come tante. Solo per citare un caso ultranoto: nel 2022, sotto il cielo di Francia, un bellissimo cestino di fragole di Jean-Baptiste-Siméon Chardin era stato acquistato all’incanto da Artcurial per la modica cifra di oltre € 24 milioni, per poi essere dichiarato, solo in un secondo momento, “tesoro nazionale” (ve ne parlavamo qui e qui). È stato il Louvre, in quel caso, a rimboccarsi le maniche: “Vous apportez le dessert?”, porti tu il dolce?, titolava a novembre la sua ambiziosa campagna di crowdfunding – ancora in corso – per totalizzare la bellezza di € 24,4 milioni (già in buona parte coperti, ne mancavano “solo” € 1,3 milioni in realtà). Ma questa è un’altra storia.

Stavolta è un old master italiano a dare da parlare, emblema esatto di quel «talento raro e perfetto» di cui Giorgio Vasari investiva il pittore fiorentino Beato Angelico. Non si tratta ovviamente di un dipinto qualunque: la riscoperta dell’opera, La Crocifissione con la Vergine, San Giovanni Battista e la Maddalena, risale a meno di trent’anni fa e fu proprio il vicepresidente di Christie’s UK, Francis Russell, a pubblicarla sul Burlington Magazine nel maggio 1996. «È stato un momento emozionante quando ho capito di essere in presenza di un capolavoro giovanile del Beato Angelico», rivelava Russell alla stampa prima della vendita del 2023. «La tenerezza con cui Cristo è raffigurato», commentava ancora, «è accompagnata dalla cruda emozione della Vergine e dal pathos della Maddalena inginocchiata e aggrappata alla Croce, il cui spessore è rivelato dalla posizione delle braccia. Ogni gesto è perfettamente soppesato. La sensibilità dell’uso del colore da parte del pittore è evidente nel modo in cui il sangue di Cristo e del pellicano sovrastante viene accostato alla veste della Maddalena. Con Beato Angelico nulla era casuale».

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Guido di Piero, Fra Giovanni da Fiesole, posthumously known as Fra Angelico (Near Vicchio, circa 1395/1400-1455, Rome). The Crucifixion with the Virgin, Saint John the Baptist and the Magdalen at the Foot of the Cross. Tempera on gold-ground poplar panel, arched, the original engaged frame regilded 59.7 x 34.2 cm. Courtesy of Christie’s

Sembra riconoscervi lo stesso straordinario valore l’RCEWA, il Reviewing Committee on the Export of Works of Art and Objects of Cultural Interest inglese. Data la sua «eccezionale importanza estetica» e il suo «eccezionale significato per lo studio dello sviluppo della pittura in Italia nel primo Rinascimento» – due dei cosiddetti criteri di Waverley, che, se rispettati, definiscono un oggetto come “tesoro nazionale”– il dipinto «costituirebbe un’importante aggiunta alla collezione pubblica del Regno Unito e si dovrebbe fare ogni sforzo, se possibile, per acquisirlo».

Insomma, date le premesse “eccezionali”, ecco il vincolo imposto dal governo, che darà il tempo alle istituzioni UK di racimolare l’ingente cifra e di avanzare l’offerta, evitando che l’opera valichi i confini nazionali. Le condizioni sono ben esplicitate: «La decisione sulla licenza di esportazione del dipinto sarà rinviata al periodo che terminerà il 7 aprile 2024 (incluso). Al termine del primo periodo i proprietari avranno un periodo di 15 giorni lavorativi per considerare eventuali offerte per l’acquisto del dipinto al prezzo consigliato di £ 5.001.000 (più IVA di £ 180.200 che può essere recuperata da un’istituzione ammissibile). Il secondo periodo di differimento inizierà dopo la firma di un Contratto di Opzione e durerà sei mesi». Stay tuned. 

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