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La sfida corre sempre sul filo del rasoio e gli annunci delle opere presenti nelle aste di maggio delle due compagnie si rincorrono. Se da un lato Sotheby’s, oltre al nutrito gruppo già noto che include nomi come un Picasso da 140 milioni e molti Monet, dichiara di poter sfornare altre grandi sorprese, Christie’s afferma di avere pronte un gruppo di opere che totalizzano una stima alta totale di 500 milioni, con un asso nella manica.
Dal cappello di Sotheby’s sono uscite due opere grandiose, un dipinto del periodo di Arles di Vincent van Gogh, L’Allée des Alyscamps dipinto nel 1888, e valutato 40 milioni di dollari, e un Rothko, Untitled (Yellow and Blue), del 1954 che potrebbe raggiungere oltre 60 milioni. Il dipinto faceva parte della collezione della famiglia Mellon, andata all’incanto lo scorso anno, che inaspettatamente ha portato nelle casse di Sotheby’s circa 260 milioni, raddoppiando le aspettative.
Christie’s risponde con Lucian Freud e Giacometti. Del pittore tedesco viene proposto Benefits Supervisor Resting, un nudo che già solo dalla stima potrebbe superare il precedente record d’asta. L’opera infatti potrebbe raggiungere 50 milioni molto di più dei 33,6 milioni pagati nel 2008, per un’opera della stessa serie.
Ma il vero pezzo forte è Pointing Man (L’homme au doigt), scultura ad altezza naturale di Alberto Giacometti, proveniente da una collezione privata in cui è custodita da oltre 45 anni. La stima di 130 milioni di dollari, e se la cifra fosse confermata sarebbe il prezzo più alto mai pagato in un’asta per una scultura e potrebbe inoltre superare il record che lo scorso anno Giacometti ha totalizzato 104 milioni di dollari. (Roberta Pucci)