L’hanno chiamata icona, Gioconda del Novecento, epitome del sogno americano; e poi di un’epoca intera, in realtà, con quel volto stampato, ristampato, moltiplicato su tutte le superfici e infine impresso nell’immaginario comune. La Marilyn di Andy Warhol va all’asta da Christie’s con una stima mai vista prima, “nella regione dei $ 200 milioni”. Più della valutazione iniziale per il Salvator Mundi di Leonardo, per intenderci, che nel lontano 2017 polverizzò ogni pronostico e toccò quota $ 450 milioni. Ma qui siamo nel 2022, nel post-Beeple da $ 69,3 milioni, e quasi non stupisce il risultato di stanotte per Shot Sage Blue Marilyn: uno scoppio da $ 195 milioni.
«Shot Sage Blue Marilyn è l’apice assoluto del pop americano», spiegava prima dell’asta Alex Rotter, presidente della 20th and 21st Century Art di Christie’s. «Il dipinto trascende il genere della ritrattistica, sostituendo l’arte e la cultura del XX secolo. Accanto alla Nascita di Venere di Botticelli, alla Gioconda di Da Vinci e a Les Demoiselle d’Avignon di Picasso , è uno dei più grandi dipinti di tutti i tempi».
Dopo soltanto 4 minuti di bidding battle, così, il capolavoro di Warhol ripaga, solerte, l’hype estatico delle ultime settimane. E finisce dritto, in sala, nelle mani di Larry Gagosian – chissà se l’ha acquistata per sé o per un cliente, indagheremo. Complice la provenienza, la collezione dei mercanti Thomas e Doris Ammann, e prima quelle di Leon Kraushar, della Leo Castelli Gallery, anche di Si Newhouse – il fondatore di Condé Nast; complice l’immagine ultra nota di Marilyn, «sicuramente ora più famosa della fotografia su cui si basa» (Georg Frei); e ovviamente la rarità dell’esecuzione, un lavoro certosino che l’artista mise in atto soltanto nel 1964 e che poi abbandonò, per tornare a un approccio più casuale. Lo diceva Andy stesso: «È bellezza, ed è bella, e se qualcosa è bello, sono bei colori».
Ed ecco: Shot Sage Blue Marilyn valica qualsiasi traguardo precedente del Re del pop, incluso il record Silver Car Crash (Double Disaster), del 1963, fissato a quota $ 105,4 milioni. Ma non solo. Supera senza indugio anche Les Femmes d’Alger (Version O) di Pablo Picasso, fermo a $ 179,4 milioni, vale a dire l’opera del XX secolo più costosa – fino ad oggi – mai passata all’incanto. Ci aspettavamo un risultato clamoroso, dal terzo artista della classifica di Artprice (turnover $ 348,346,957). Detto, fatto: la vendita di stasera – stanotte, per noi gufi notturni – segna un nuovo tassello nella storia delle aste globali.
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