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Non solo Paris + Art Basel. La folle settimana dedicata all’arte propone vernissage, conferenze e diverse fiere ognuna con il proprio marchio di fabbrica. Cosa si deve vedere assolutamente durante Paris Art Week? Asia Now, la fiera per eccellenza che esplora le varie scene artistiche di 40 paesi dall’Asia occidentale al sud-est asiatico. AKAA, la principale fiera d’arte contemporanea e design dedicata alle scene artistiche dell’Africa e delle sue diaspore in Francia. E Paris Internationale, un’associazione no-profit fondata nel 2015 che supporta gallerie d’arte emergenti.
Innovativa e originale, Paris Internationale è sita nel centro parigino e accoglie 63 gallerie internazionali. Propone diverse conferenze moderate da Anissa Touati, che vanno sotto il titolo di “Process as Resistance, Resilience & Regeneration”, nonché la mostra “Maintenant!” con tanta video per un progetto artistico sostenuto dal Cnap. La fiera e i suoi programmi sono accessibili gratuitamente a tutti.
Offscreen, che apre la sua prima edizione all’Hôtel Salomon de Rothschild, è dedicata agli artisti che lavorano con le immagini sotto forma di installazioni, immagini fisse o in movimento. Ospite d’onore dell’evento, figura importante dell’arte contemporanea e del cinema sperimentale, è Anthony McCall, che presenta un’installazione monumentale e immersiva. Tanto altro da scoprire, come Private Choice, che riunisce in un appartamento storico belle opere di design.
Asia Now
Cosa propone Asia Now per la sua ottava edizione? Accolta presso La Monnaie de Paris, la fiera apre sotto il tema Feux de joie con 250 artisti di 78 gallerie internazionali e una decina di progetti speciali. Asia Now, che punta sulla creazione intesa come atto collettivo, è diretta dalla fondatrice, Alexandra Fain, vede la direzione artistica di Kathy Alliou, direttrice del dipartimento di Belle Arti di Parigi, che cura inoltre Places, un percorso dedicato a progetti speciali.
Inoltre, è stata data carta bianca a Nicolas Trembley per una mostra dedicata al Mingei, tradotto in movimento dell’arte popolare. Sviluppatosi tra gli anni Venti e Quaranta, questo movimento nipponico ha rivalutato l’artigianato tradizionale giapponese, il suo sapere tecnico e il valore spirituale degli oggetti del quotidiano.
Prabhavathi Meppayil della Pace Gallery, Isamu Noguchi e Sori Yanagi della parigina Downtown sono tra gli artisti che partecipano al progetto Mingei. Lungo le bellissime sale e cortili del palazzo della Zecca troviamo artisti affermati e giovani talenti, altri bei progetti legati alla ceramica come quello di Natsuko Uchino, artista multidisciplinare che sperimenta e incrocia artigianato, ecologia, arte come agricoltura.
Sono previste diverse performance come quella dell’indiano Nikhil Chopra di Galleria Continua o dell’iraniana Neda Razavipour presentata dalla galleria Yavuz. Un’offerta eclettica e stimolante, che vede la galleria Ora-Ora di Hong Kong che apre dialoghi vivaci tra oriente e occidente, con le opere di Peng Wei, che sfrutta l’inchiostro per fondere il passato con il presente, qui con Six Roots Series (video animazione, 2021-2022). L’artista è presente nella collezione del National Art Museum of China e dell’Asian Art Museum di San Francisco.
Presente anche l’artista giapponese Mai Miyake, che unisce la complessità delle arti tradizionali del Giappone con le tecnologie emergenti, compresa l’intelligenza artificiale. Il lavoro di Mai Miyake è stato presentato per la prima volta da Ora-Ora ad Art Basel Hong Kong 2022. Bella la ceramica, tra tradizione e contemporaneità, di Yoichi Umetsu presso la Sokyo Lisbon con sede a Lisbona. La parigina Mitterand presenta The Parisian Years 1966-1972, un solo show di Key Hiraga (1936-2000), artista giapponese che ha segnato la storia dell’arte del ventesimo secolo con i suoi dipinti ispirati alla pittura tradizionale giapponese e alla moderna pittura occidentale, combinando calligrafia e graffiti.
Asia Now accoglie inoltre “Do it China”, curata da Hans Ulrich Obrist, un formato espositivo particolare, cioè un libro che riunisce 108 artisti e scrittori contemporanei cinesi, una sorta di manuale d’arte o ricettario pronto a farsi sfogliare ma con la dovuta cautela.
Infine, la DSL collection presenta un padiglione ucraino virtuale sul metaverso per vedere pezzi unici della creazione di artisti ucraini.
AKAA – Also Known As Africa
Also Known As Africa (AKAA) apre con 38 gallerie internazionali al Carreau du Temple, nel cuore di Parigi. Una fiera che merita una visita, per l’atmosfera amichevole e informale che si respira, e perché rappresenta un focus autentico sulla creazione artistica africana. L’ingresso è arricchito dall’installazione monumentale con diverse bellissime e coloratissime sculture tessili di Abdoulaye Konaté. Presentato dalla Galerie 38 di Casablanca, l’artista maliano inscrive nelle sue creazioni i segni e i simboli tradizionali provenienti da paesi del mondo, combina i colori associando modernismo occidentale e simbolismo africano. Ma Konaté è anche un artista impegnato che guarda alla condizione umana per restituire una visione critica sulle problematiche socio-politiche odierne.
Tantissime altre belle creazioni, come quelle di Esther Mahlangu, un’artista sudafricana, i cui acrilici guardano alla tradizione della pittura murale Ndebele; l’artista e attivista nigeriano Bob-Nosa Uwagboe; Amado Alfadni della Karim Francis Contemporary Art Gallery, qui con il progetto Miss Khartoum per un viaggio nel postcolonialismo. Willow Evann, presentato dalla 31 Projet, artista multidisciplinare, presenta un riferimento al movimento Locking, danza nata negli anni ’70 sulla costa occidentale degli Stati Uniti. Il suo lavoro guarda alle origini e all’identità, alla storia coloniale africana e francese come alla costruzione dell’immagine e allo status sociale dei neri. Infine, Adjaratou Ouedraogo in un solo show presso la parigina Françoise Livinec, copre lo spazio con bellissimi, grandi e piccoli, acrilici colorati e pieni di un’umanità tutta da scoprire.