31 marzo 2022

FOREVER. A Milano il primo progetto NFT di Patrick Tuttofuoco

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Quali sono, per un artista, i vantaggi della Crypto Arte? Ne abbiamo parlato con Tuttofuoco, in relazione alla sua nuova opera esposta a Casa degli Artisti

tuttofuoco nft forever
Photo Credits Niccolò Quaresima

Superare i confini materiali, varcare la soglia, puntare oltre. Come? Attraverso gli ormai ultra noti NFT, il trend del momento che non necessita presentazioni. Quando? Dal 31 marzo al 3 aprile 2022, nel pieno della Art Week meneghina. Dove? Alla Casa degli Artisti, con il progetto FOREVER diretto da Martina Grendene, Giulia Restifo e Jessica Tanghetti e nato dall’incontro tra Unframed 721 e That’s Contemporary – in continuo dialogo con Umberto Sebastiano. Ed ecco che Patrick Tuttofuoco (Milano, 1974) si accosta per la prima volta alla tecnologia dei Non-Fungible Token per indagare a suo modo il tema del tempo, dello spazio – e poi quasi negarli, insieme, smaterializzando le sue opere materiali. Forever.

FOREVER. Intervista a Patrick Tuttofuoco

Da che cosa nasce l’esigenza di abbracciare gli NFT come nuovo medium? 
«Nasce dalla stessa spinta che ti muove nei confronti delle altre cose. Più di tutto, dalla curiosità di capire che cosa e in che modo, in termini di esperienza, non solo percettiva ma anche pratica e di ricerca, questa dimensione possa aggiungere a uno spazio creativo. C’è l’entusiasmo di affrontare una nuova dimensione espressiva».

Qual è il filo rosso rispetto alle ricerche precedenti?
«FOREVER non si differenzia dalle altre parti della mia ricerca artistica, fa tutto parte di un flusso. In questo caso, certi temi che fanno proprio parte del mio lavoro hanno trovato, nella dimensione NFT, uno spazio interessante e possibilmente nuovo. Uno spazio di sperimentazione. Proprio l’idea di generare una dimensione spazio-temporale che sia differente, grazie alla pratica artistica, trova nella dimensione dell’NFT, uno spazio marcato, una possibilità molto decisa e forte. Si lega al resto del mio lavoro, fa parte di uno stream, di un flusso di riflessioni».

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Photo Credits Niccolò Quaresima
Photo Credits Niccolò Quaresima

FOREVER indaga sui concetti di tempo e di spazio, temi molto cari alle dinamiche dei Non-Fungible Token. Come si inseriscono in questo progetto?
«In questo progetto ho cercato di evidenziare ciò che non potrei fare nella dimensione fisica. Ho riflettuto su cosa mi piacerebbe realizzare, cosa potrei aggiungere in termini di ricerca e all’interno della mia pratica, oltre la dimensione reale, oltre la materia, che rimane fondamentale nell’esperienza dell’esistenza. La smaterializzazione del corpo dell’opera, mantenendo la sua unicità, novità sostanzialmente principale degli NFT, e la dimensione temporale totalmente esplosa, che questa può generare, erano il punto della riflessione. In FOREVER vediamo una forma, un morphing continuo di oggetti quotidiani. C’è una bottiglia d’acqua, la base della vita, che si trasforma. Un oggetto che ha un’attribuzione di senso e di valore nell’inconscio collettivo, che grazie alla dimensione e modellazione digitale, si trasforma in una molotov, che invece ha tutt’altro riferimento in termini di inconscio collettivo. Questo balletto tra due frequenze, due polarità, continua. Questo dualismo continua in maniera incessante. Gli NFT, che abbiamo realizzato, sono pensati per funzionare in un loop infinito, dove il tempo perde il suo ruolo lineare e diventa una condizione alterata, una condizione nuova a livello percettivo. L’idea è proprio di mantenere queste due polarità, queste due frequenze, che si alternano senza mai esplodere, né una né l’altra, in un’attribuzione di valore. Una tensione, un’energia, che corre tra due estremi di uno spettro».

In termini pratici, in che modo il pubblico potrà fruire di queste opere?
«Il modo in cui si può fruire di queste opere è nella dimensione non materiale. Rimarranno in una dimensione digitale, che è la loro frequenza, la loro natura e pertanto verranno vissute e percepite tramite dei device. Anche questo è un tema interessante, sottolinea ancora di più il varcare una soglia di una dimensione altra, che non è quella materiale, e anche questo filtro diventa un processo per identificare la trasmigrazione tra un mondo e un altro. Evidentemente il punto è fare in modo che questi due mondi dialoghino sempre di più, non generando una scelta. Esattamente come le due bottiglie che non producono mai un senso compiuto definitivo, non sono mai uno statement, ma sono proprio un campo. L’idea è di allargare il campo, allargare la frequenza il più possibile in modo da permettere a livello cognitivo – e come esperienza poi, in ultima istanza, a chi fruisce l’opera – di decidere in che punto bloccarsi, all’interno di questo spettro e campo d’azione. Il fine ultimo è sempre ampliare e mai dividere».

Photo Credits Niccolò Quaresima

E in termini economici, invece? 
«Il lato economico è chiaramente il lato più controverso di questa realtà nuova degli NFT. L’essere riusciti ad attribuire unicità a un prodotto digitale e immateriale, ha generato di conseguenza una dimensione di mercato che prima non esisteva. Gli NFT hanno generato una situazione di particolare attenzione, a tratti anche esagerata, e di conseguenza un approccio speculativo. Questo è il tratto che forse andrebbe circoscritto di più, non perché attribuire un valore a un pensiero, e in ultima istanza a un’opera sia una pratica nuova, ma è il modo in cui questa cosa viene fatta che è tutto da scoprire. In verità non so ancora dire, essendo questo il mio primo esperimento, che cosa in questa dimensione cambia veramente . Sono anch’io curioso di vedere. Di sicuro il modo NFT ha subito, e questo lo sappiamo tutti, una quota di speculazione estrema e credo che questa cosa dovrà rientrare in una pratica più equilibrata. Ciò sarà possibile se si riesce a generare un campo più ampio e non dividere in maniera settoriale, ma l’opposto, unire. Allora a quel punto, un mercato reale piuttosto che un mercato digitale dovranno trovare una forma di equilibrio».

Per concludere: quali sono, per un artista, i vantaggi della Crypto Arte?
«É da capire ancora. Molta dell’enfasi attorno agli NFT è nata in una comunità di artisti digitali, che era già presente dagli anni novanta. L’aver generato una dimensione di scarsità anche in quel mondo ha prodotto un cambio sostanziale, preso in maniera massiccia con un approccio speculativo. Se, come mi auguro e in un tempo non troppo lontano, si riuscirà a raggiungere una dimensione di maggiore scambio e maggiore equilibrio, si capirà anche quali saranno i vantaggi. Al momento mi è abbastanza oscuro quali siano. Ma sono altrettanto curioso di capire se esistano delle possibilità di migliorare o se invece si tratta semplicemente di una possibilità per speculare. Io credo che ogni strumento abbia un valore, dipende da come viene usato. In sostanza questo esperimento è teso verso la ricerca di capire nuove dimensioni. Io sono convinto che ci siano, è da capire poi con quale equilibrio gestirle».

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