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Christie’s torna in scena con uno degli appuntamenti più attesi, la Old Masters Sale in calendario per il 22 aprile. A sfilare nella sede di New York saranno nomi come Sebastiano del Piombo, Lucas Cranach, Dosso Dossi e Artemisia Gentileschi, con oltre sessanta capolavori che spaziano dal Medioevo al Rinascimento, dal Barocco al Neoclassicismo. Vi anticipiamo qui una selezione di dipinti italiani in asta, tra le punte di diamante del catalogo di Christie’s.
Sebastiano del Piombo, La visione di Sant’Antonio Abate
«Capolavoro di uno dei grandi artisti dell’Alto Rinascimento, questo quadro è una delle scoperte più notevoli degli ultimi tempi». Inizia così la descrizione de La visione di Sant’Antonio Abate, l’opera con la stima più alta tra quelle proposte da Christie’s ($3.000.000-5.000.000).
Rivale di Raffaello e notoriamente amico di Michelangelo, Sebastiano del Piombo raggiunge qui «un nuovo senso monumentale con la colorazione e la sensibilità di tocco della scuola veneziana». La particolarità? Secondo gli esperti, si tratterebbe della prima versione di questa particolarissima composizione.
Otto scene dalla vita di Cristo di Scuola Romana
Proseguiamo con un altro lotto straordinario, un bellissimo esemplare di influenza bizantina stimato $1,500,000-2,500,000. L’eccezionalità, stavolta, risiede tutta nella data: le Otto scene dalla vita di Cristo di Scuola Romana sono state eseguite intorno al 1275-1300, il che ne fa la più antica opera di pittura mai offerta.
«Mentre gli esempi toscani di questo periodo esistono oggi in un numero maggiore», leggiamo sul catalogo degli Old Masters di Christie’s, «tali dipinti su tavola erano meno richiesti a Roma, dove si preferivano gli affreschi, e questo rende la sopravvivenza di questo pannello ancora più incredibile».
Ai tempi della prima pubblicazione del dipinto, nel 1927, l’opera si trovava nella collezione dell’ingegnere belga Adolphe Stoclet, che nel suo lussuosissimo palazzo custodì ogni genere di tesoro, da oggetti medievali a sculture egiziane a dipinti dei più rinomati pittori italiani – inclusa la Madonna con Bambino di Duccio di Buoninsegna, oggi al Metropolitan Museum di New York.
Dosso Dossi, I Troiani che costruiscono il Tempio di Venere a Eryx e fanno offerte alla tomba di Anchise
Fu commissionato dal Duca di Ferrara Alfonso I d’Este per decorare il suo Camerino d’Alabastro, e già questa traccia basta a intuire la rarità del lotto n.22. I Troiani costruiscono il Tempio di Venere a Eryx e fanno offerte alla tomba di Anchise appartenne, tra gli altri, a Ercole II d’Este, figlio di Lucrezia Borgia, e ancora al Cardinal Scipione Borghese e ai Principi di Sulmona. Rimase nella Collezione Borghese, a Roma, fino al 1803-15, quando fu acquistato da José de Madrazo y Agudo, ex pittore di corte e uno dei primi direttori del Prado di Madrid. Lo ritroviamo infine in una collezione privata francese agli inizi del Novecento, e lì è stato custodito fino ai giorni nostri.
«ll presente lotto», spiegano le note del catalogo, «corrisponde alla sezione destra di un dipinto ora alla National Gallery of Art, che tradizionalmente è stato intitolato Aeneas and Achates on the Libyan Coast (Book III) – ma di cui ora può essere riconosciuta la rappresentazione dei Troiani che costruiscono una nave per la loro partenza dalla Sicilia».
E ancora: «Insieme, le tele formavano uno dei dieci dipinti di grandi dimensioni che ritraggono scene dell’Eneide. Furono commissionatw da Alfonso d’Este per il suo famoso Camerino, uno studio privato negli appartamenti ducali, più tardi conosciuto come Camerino d’Alabastro per via delle raffinate decorazioni in marmo della stanza». La stima per un simile capolavoro? Una cifra compresa tra 400.000 e 600.000 dollari.