Tempo di Old Masters in casa Christie’s. La maison di Pinault si avvicina alla Evening Sale del prossimo 8 luglio, a Londra, e anticipa un catalogo di nomi che spaziano da Georges de La Tour ad Artemisia Gentileschi a Sir Anthony Van Dyck. Punta di diamante dell’incanto una veduta di Verona di Bernardo Bellotto, in prestito da quasi cinquant’anni alla National Gallery of Scotland.
Nipote di Canaletto, artista-viaggiatore, Bellotto fu accolto dalle principali corti europee e realizzò per loro opere topografiche di straordinaria precisione. Veduta di Verona con il Ponte delle Navi, in particolare, è un dipinto del 1745-1747 – l’inizio della carriera dell’artista – ma già scopriamo quegli incredibili dettagli che caratterizzeranno la sua preziosissima produzione. Ci sono la luce del sole sugli edifici, l’attenzione per l’acqua, le ombre profonde sulla tela, e poi ancora la cinta muraria medievale, l’Adige, la chiesa di Santa Maria delle Grazie oggi distrutta dopo i bombardamenti della guerra. «Dipinto su scala epica», spiega Henry Pettifer, Head of Old Masters, Christie’s London, «Veduta di Verona con il Ponte delle Navi segna un punto culminante nella carriera di Bernardo Bellotto». Prima di essere esposta ad Edimburgo grazie a un prestito a lungo termine (1973-2021), l’opera fu acquistata all’asta l’ultima volta nel 1971 e torna sul mercato – ancora da Christie’s – dopo esattamente 50 anni. La stima, oggi, è di £12-18 milioni.
È stato realizzato negli anni ’20 del Seicento, fa parte di una serie di tredici tele raffiguranti Cristo e gli Apostoli e costituisce uno dei pochi dipinti – sono meno di 50! – accettati come opere dell’artista. «In piedi direttamente davanti allo spettatore», leggiamo sul catalogo di Christie’s, «il Sant’Andrea di Georges de La Tour irradia una solennità intensamente spirituale. Associato a questa disposizione frontale senza compromessi, il forte chiaroscuro impiegato nelle pieghe del mantello del santo conferisce alla figura grandezza scultorea e monumentalità». La valutazione della casa d’aste, stavolta, è di £4-6 milioni, a fronte dell’ultima vendita conclusa per $499.509 (Sotheby’s, 1991).
È il turno di Venere e Cupido, uno straordinario dipinto di Artemisia Gentileschi realizzato, secondo lo studioso Keith Christiansen, prima del 1620. «La figura di Venere superbamente disegnata in quest’opera», spiegano gli esperti, «mostra un’impressionante comprensione della forma femminile, con la sua gamba meravigliosamente distesa, in una posa che è allo stesso tempo provocante e sobria, statuaria ma realistica». La storia della tela viene fatta risalire – seppur con qualche incertezza – alla collezione del cardinale Antonio Barberini, che includeva tra le altre opere come I Bari e Il suonatore di liuto di Caravaggio: «Un quadro con una donna con un amore», recita l’inventario, «senza cornice coperta con suo tafetta verso della Gentilesca». La stima? Una cifra compresa tra £600.000 e £1.200.000 – il record d’asta dell’artista, attualmente, è fissato a $4,4 milioni (Lucrèce, Artcurial, 2019).
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