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Annunciata in anteprima una parte dei risultati del primo semestre del 2015 per Christie’s, e la casa d’aste festeggia una crescita, sebbene moderata, rispetto allo stesso semestre dell’anno precedente.
Il totale delle vendite di questi sei mesi è pari a 4,5 miliardi di dollari, una cifra che, data la potenza del dollaro rispetto ad altre monete, vista in sterline risulta ancora più elevata rispetto allo scorso anno.
Ma a guardare a fondo, e facendo bene i calcoli, se nel 2014 la crescita della casa d’aste e del mercato era ari al 12 per cento, se comparata all’anno precedente, ora il 2015 rispetto al 2014 è in crescita soltanto dll’8 per cento.
E cosa è cambiato? Quello che salta subito all’occhio è il crollo delle vendite private, che nel 2014 sfioravano i 900 milioni, considerando sempre il primo semestre dell’anno, e che ora sono pari a 515 milioni. Ma Christie’s si dice positiva sulla crescita di queste cifre, puntando al pareggio con lo scorso anno (1,5 miliardi di dollari).
A far scendere le frecce dei grafici sono state anche le vendite durante le sessioni dedicate agli Old Masters, crollate del 32 per cento rispetto allo scorso anno.
Parlando di geografia, il discorso si allarga a considerazioni meno sorprendenti: se il mercato nelle Americhe arriva a superare tutti record crescendo del 35 per cento e l’Asia rincorre con un rialzo pari al 16 per cento, delude la zona europea, russa, mediorientale e indiana che scende del 4 per cento.
Jussi Pylkkännen, presidente di Christie’s fa cenno anche alla tipologia di compratore che si è avvicinate alle aste in questi mesi. Mentre si sono registrate 40 offerte al di sopra dei 100 milioni per l’opera record di Picasso, Les Femmes d’Alger, (poi venduta per 179 milioni), è anche cresciuto il mercato medio, quello intorno ai 100mila dollari, cresciuto del 14 per cento, con molti compratori che per la prima volta mettevano piede nei quartieri generali di Christie’s intorno al mondo. (Roberta Pucci)