Categorie: Mercato

I segreti delle aste

di - 10 Gennaio 2015
Possiamo dichiarare chiusa la crisi del mercato dell’arte. A rendere sempre più reale questa percezione, che già aleggiava nelle ultime fiere ed aste, è stato il ritorno delle tanto amate garanzie sui prezzi nelle vendite. Forse è una semplice scommessa, o forse un incentivo per i proprietari delle opere a vendere. Fatto sta che nelle ultime sessioni autunnali delle due maggiori case d’aste che si contendono il mercato, Sotheby’s e Christie’s, c’è stato un movimento in questa direzione.
Il meccanismo è semplice: la casa d’asta, o in alcuni casi una terza parte, si impegna a coprire il prezzo minimo stabilito per il lotto, nel caso in cui l’opera rimanga invenduta o rischi di essere battuta per una cifra minore rispetto alla stima. Se il prezzo finale di vendita invece supera il prezzo garantito, e di solito si parla di decine di milioni, la casa d’aste divide il ricavato con il venditore.
Sembra davvero un gioco d’azzardo, ed in alcuni casi il risultato non è stato positivo. Nel 2008 infatti Sotheby’s spese circa 52 milioni di dollari per coprire i costi dell’acquisto dell’invenduto solo in una stagione. Allora decisero di affidarsi a collezionisti o investitori esterni, per poi dover abbandonare anche questa opzione nel momento della crisi finanziaria.
Ed ora il grande ritorno, proprio con il record di Giacometti da Sotheby’s nello scorso novembre. L’opera Chariot infatti aveva il prezzo minimo garantito ed è stata poi venduta per 101 milioni.
Le garanzie non favoriscono solo i venditori, ma danno maggiore sicurezza agli acquirenti, o per lo meno danno loro una maggiore sensazione di sicurezza. Il sapere che qualcuno è interessato a comprare quell’opera per una certa cifra la rende un porto sicuro per chi investe in arte, ed è questo il motivo per cui gli scettici sono convinti che questo meccanismo forzi il mercato in direzioni non naturali.
Certo è che questa nuova linfa porterà sul mercato anche le molte opere che giacevano nelle collezioni in attesa di un tanto agognato momento migliore, per creare l’ennesima bolla. Che renderà ancora più difficile comprendere e prevedere i movimenti del sistema.

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