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Andata in scena poche ore fa a New York, l’asta New Now di Phillips, ha il primato di presentare sul mercato giovani artisti, che potrebbero essere un giorno i blue chip delle aste mondiali.
La vendita per molti artisti non è stata così grandiosa come ci si aspettava, forse perché i collezionisti e gli speculatori non sono più così pronti a spendere denaro nella giovane arte.
Secondo l’art advisor Said H. Hosseini, stiamo assistendo ad una naturale correzione dei prezzi di molti giovani artisti la cui bolla si era gonfiata troppo in fretta, l’asta «getta una luce che fa riflettere sulle alte aspettative dei collezionisti sui giovani, artisti emergenti astratti».
Ad esempio un artista come Hugh Scott-Douglas che lo scorso autunno avrebbe visto una folla di collezionisti lottare per una delle sue opere non è riuscito a vendere, stessa sorte per un dipinto di Dan Rees, 34enne britannico che ha entusiasmato la gente lo scorso autunno vendendo per 233mila dollari.
L’ipotesi più accreditata è che i lavori presentati non erano poi così buoni da meritare prezzi record.
Tra i top ten nessun lavoro realizzato negli anni 10, ma troneggia un iconico LOVE, di Robert Indiana del 1966, battuto per circa 290mila dollari, seguito da un nudo di Joe Bradley venduto a 221mila dollari e da Ulrich Rückriem con The Sleeping Giants, che si è fermato a 185mila. (Roberta Pucci)