Palazzo Crivelli è in fermento per uno degli ultimi, attesissimi, appuntamenti dell’anno, l’asta di Arte Moderna e Contemporanea de Il Ponte. Da Enrico Castellani a Sam Francis, da Mino Rosso a Cy Twombly, l’incanto vedrà sfilare ben 276 lotti in due tornate, con un catalogo intessuto di qualità, storie e provenienze eccezionali. A parlarcene è Freddy Battino, Direttore del Dipartimento, tra anteprime sugli highlights della vendita e uno sguardo al mercato dell’arte.
Dicembre, la fine di un’annata fuori dall’ordinario. Come ne esce il mercato dell’arte contemporanea?
«Meglio di quanto si potesse prevedere. L’asta di luglio è stata un successo oltre ogni aspettativa, basandomi sui report circa i dati geografici dei nostri utenti. Mi preme segnalare alcune novità molto significative relative agli incrementi nelle nazionalità dei nuovi visitatori e partecipanti. Finlandia +866%: 377 utenti connessi, Olanda +857%: 1.522 utenti connessi, Sud Africa +700%: 16 utenti connessi, Irlanda +323%: 89 utenti connessi, Slovenia +222%: 29 utenti connessi, Svezia +220%: 64 utenti connessi, Hong Kong +218%: 51 utenti connessi, Ecuador +200%: 15 utenti connessi, Australia +190%: 96 utenti connessi, India +175%: 44 utenti connessi, Serbia +114%: 15 utenti connessi, Nuova Zelanda +112%: 17 utenti connessi, Croazia +100%: 38 utenti connessi. Per quanto riguarda le prossime aste del 15-16 dicembre, l’interesse risulta già alle stelle fin dall’uscita del catalogo online del 20 novembre».
Le case d’asta internazionali continuano a registrare numeri da capogiro di artisti neo-immessi sul mercato, come il caso eclatante di Amoako Boafo. Com’è la situazione in Italia? Ci sono nuovi nomi da tenere d’occhio, in questo 2020? Oppure delle grandi riscoperte?
«No, in Italia fortunatamente non si riscontrano fenomeni di questo genere. Dico fortunatamente, perché senza nulla togliere al valore artistico del pittore ghanese, ritengo si tratti di un’operazione altamente speculativa condotta da dealers americani. Io francamente non capisco come possa avere lo stesso valore economico di maestri come Bacon, Rothko, Mirò, Picasso. Grandi riscoperte? Più che grandi riscoperte, direi riscoperte. Alcune opere del ‘900 italiano di indubbia qualità e provenienza – vedi De Chirico, Balla, Depero, Arturo Martini, sono sempre più richieste dai collezionisti stranieri e questa è una gran bella notizia: il futuro ha un cuore antico».
Parliamo allora del prossimo appuntamento de Il Ponte, l’asta di arte moderna e contemporanea. Quale storia racconta il catalogo dell’incanto? Qual è il fil rouge che tiene unite tutte le opere?
«Tutte le opere sono state selezionate accuratamente sulla base di denominatori comuni tra cui la qualità innanzitutto, la provenienza e la storia, ma non ultima la rarità: come nel caso del bronzo di Mino Rosso del 1931 o ancora del Balla “Forze pessimiste e ottimiste”, eseguito nel 1922».
Si tratta, in ogni caso, di una selezione estremamente ricca, che spazia senza indugio dal Futurismo alla Pop Art Italiana all’Informale internazionale. Qual è il top lot dell’asta? Su quali opere sono riposte maggiori aspettative?
«Top lot dell’asta sono Castellani “Superficie n.1” del 1967, Sam Francis con “Untitled (Yellow splashes)” gouaches del 1956, Appel con “Angoisse” una grande tela considerabile capolavoro del gruppo Cobra e realizzato nel 1960. Mi aspetto grandi performances dalle opere appena menzionate, così come dal grande Guttuso del 1967, dal Balla, dal lavoro di Max Bill, da Alechinsky, Boetti, Irma Blank e da molte altre ancora».
C’è qualche collezione di provenienza particolarmente curiosa che vale la pena ricordare?
«Più che l’aspetto di curiosità, un dato significativo è che la maggior parte delle opere provengono da lasciti di storici collezionisti italiani».
Pensiamo adesso a un giovane collezionista. Su quali opere dovrebbe concentrarsi, tra quelle in catalogo?
«Mino Rosso, Balla, Guttuso, Casorati, Sironi, Bill, Nigro, Appel, Sam Francis, Castellani, Rotella, Boetti, Hartung e molti altri ancora».
Più in generale, che consiglio darebbe a chi si approccia per la prima volta all’acquisto di arte contemporanea?
«Come sempre consiglio di non seguire le mode, ma di lasciarsi consigliare da chi ha molta esperienza, senza mai tralasciare di seguire i propri gusti, con le opere si deve convivere in armonia e sintonia».
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