C’è la storia del Bel Paese all’asta da Christie’s, a Londra, sfilano il 6 e il 7 luglio i grandi maestri italiani. O forse è più un viaggio, senza confini di tempo e di regioni, con fermate a zig zag da un mare all’altro, da Venezia a Napoli andata e ritorno, nessun intoppo tra stili, scuole, secoli, contaminazioni. Come ai tempi del Grand Tour.
Si parte da Paolo Veronese – dal Veneto, a Nord-Est – è suo il Cupido che tiene le redini del carro di Marte in vendita per £ 200.000-300.000. Stessa provenienza per la Madonna col Bambino, Tobia e l’angelo di Palma il Vecchio (£ 100.000-150.000), e così per due opere di Francesco Guardi, una raffigura il Rio dei Mendicanti (stima £ 350.000-550.000) e l’altra l’ingresso del Canal Grande, guardando verso la Dogana, la Giudecca e il Redentore (stima £ 120.000-180.000). Non solo. Ruba la scena uno dei top lot della settimana, il Busto di Elena ad opera di Antonio Canova – i lineamenti delicati, i riccioli scolpiti, rigorosamente in marmo, eppure morbidi, quasi reali. Canova stesso lo donò a Robert Stewart, visconte Castlereagh, come ringraziamento per il rimpatrio di svariate opere italiane dopo le guerre napoleoniche. Da allora è stato tramandato di padre in figlio, non è mai stato messo all’asta. La sua valutazione, al debutto: £ 2,5-4 milioni.
Si supera l’Adda, balzo verso Est. Bernardino Luini rappresenta Milano, direttamente dalla scuola rinascimentale lombarda. La sua Natività «è una delle più belle tavole di Luini destinate alla devozione privata», riporta senza dubbi il catalogo della maison (£ 1-1,5 milioni), ne sottolinea anche l’ottimo stato di conservazione. «È da annoverare», confermano gli esperti, «tra i capolavori della piena maturità del milanese Bernardino Luini», nonostante la datazione esatta dell’opera sia ancora un argomento di discussione. Ma è già tempo di migrare a Sud, secondo il ritmo veloce del Grand Tour: un uomo barbuto di Gaetano Gandolfi fa le veci, in un lampo, della tradizione bolognese del secondo Settecento (£ 200.000-300.000). E subito si scende, ancora e ancora. Direzione: Toscana.
C’è una tavola a fondo oro, stavolta, ha una cornice originale. È il capolavoro all’incanto di Beato Angelico (ve ne parlavamo qui), un elegante gioco di equilibri dove tutto è calibrato – i colori, le pose, gli sguardi, ogni cosa. Parola all’esperto: «La tenerezza con cui Cristo è raffigurato», commenta il vicepresidente di Christie’s UK Francis Russell, «è accompagnata dalla cruda emozione della Vergine e dal pathos della Maddalena inginocchiata e aggrappata alla Croce». E ancora: «La sensibilità dell’uso del colore è evidente nel modo in cui il sangue di Cristo e del pellicano sovrastante viene accostato alla veste della Maddalena. Con Beato Angelico, nulla era casuale». Il pronostico della casa d’aste? Una cifra compresa tra £ 4 e 6 milioni. Proseguiamo.
Le stratificazioni di tufo, i tramonti terrosi, i vapori sulfurei, i cipressi. Intermezzo. Tappa in sospeso tra Roma e la Toscana, l’Allegoria della scultura Artemisia Gentileschi potrebbe averla realizzata verso la fine del periodo fiorentino, o forse all’inizio del suo ritorno a Roma. A confermarne l’attribuzione gli esperti Riccardo Lattuada e Francesca Baldassari, che notano entrambi, in separata sede, «la somiglianza del posizionamento della testa della figura con quella di Jael in Jael e Sisera, firmata e datata 1620». La stima, a fronte della riscoperta: £ 300.000-400.000. Ed eccoci al centro della penisola, finalmente la Capitale: c’è una Madonna in preghiera del Sassoferrato tra i lotti in vendita a Londra – suoi gli inconfondibili colori brillanti – la stima è di £ 60.000-80.000 (un’altra versione, di dimensioni simili, è stata venduta da Sotheby’s nel 2016 per $ 346.000). In ottima compagnia con un lavoro del Vanvitelli, una veduta del Tevere verso Nord, con la chiesa di San Giovanni dei Fiorentini e via Giulia, valutazione pre-asta £ 150.000-250.000. Ultima tappa, Napoli e il suo profilo. Christie’s arriva fino ai piedi del Vesuvio con Mergellina di Pietro Fabris, è in catalogo per £ 120,000-150,000. È l’ora di rientrare a Londra, adesso. Fine del Grand Tour.
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