Si sfidano in autunno le case d’aste italiane, la fiaccola passa a Il Ponte Casa d’Aste, nelle sale antiche di Palazzo Crivelli. Focus sull’arte moderna e contemporanea: ci sono i grandi maestri a sfilare sotto il martello il 28 novembre, dai nomi più altisonanti a quelli in via di riscoperta, ingiustamente – e a lungo – dimenticati. Ma che cosa significa «riscoprire i maestri»? Lo chiediamo al Capo Dipartimento Freddy Battino, che da anni svolge insieme al suo team un lavoro incredibile con gli artisti del primo Novecento. «Sì, e non mi sembra affatto immodesto affermarlo: un lavoro incredibile! Sono anni che mi cimento nell’audace e arduo lavoro di promozione verso nomi quasi del tutto dimenticati dal sistema dell’arte», racconta a exibart. «Ci vuole coraggio, competenza e capacità di riconoscere quelle opere storiche in grado di provocare reazioni sul mercato». Come quelle dei futuristi Mino Rosso, Renato Di Bosso e Bruno Munari, tre record price fissati negli ultimi anni dalla maison. Stavolta, a passare sotto il martello, saranno tra gli altri Angelo Morbelli, con La sedia vuota (€ 8.000 – 12.000) e Il Natale dei rimasti (€ 10.000 – 15.000), entrambi del 1902, Cinque raggi del giorno di Fortunato Depero del ’22 (€ 12.000 – 18.000), e così Enrico Prampolini con Paesaggio dinamico, anno 1917 (€ 20.000 – 25.000). «Trovo estremamente gratificante in tanti anni di carriera assistere di volta in volta ai risultati oggettivi di questa ricerca», rivela ancora Battino, «notare sempre più collezionisti, gallerie e Fondazioni, molti di questi stranieri, a riporre grande fiducia nelle nostre proposte e partecipare attivamente alle aste».
Li scopriamo ad uno ad uno i pezzi forti di questa nuova selezione. Come Buccia di Eva, una vera è propria rivelazione del Munari futurista, con quella silhouette incredibile a metà tra marionettismo metafisico e strabordanza di volumi. «È l’unico superstite della storica Mostra futurista dell’Arch. Sant’Elia e 22 pittori futuristi», spiega Battino nel corso del nostro scambio, «l’esposizione che si è tenuta presso la Galleria Pesaro di Milano nell’ottobre del 1930. Un fatto notevolissimo, che consente di aggiungere un ulteriore tassello agli studi su Munari e sul Futurismo tout court, in particolare su come l’eco delle avanguardie europee fu recepito nella pittura italiana di ne anni Venti». Lo definì Bello e audace!» il futurista Escodamè su “Oggi e Domani”; «Grandiosa, monumentale e su schemi volumetrici quasi neoclassici», le parole usate dal critico Vincenzo Costantini su “Emporium”. Oggi, nel cuore di Brera, la ritroviamo a € 60.000 – 80.000.
Un marmo di Consagra esposto nel 1989 alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma (€ 30.000 – 50.000), una straordinaria Collina a Imbersago di Ennio Morlotti («Provenienze ed esposizioni commentano meglio di qualsiasi altra parola la qualità straordinaria di quest’opera», commenta Battino, la stima è di € 60.000-80.000), l’astrazione lirica della gouache firmata Kupka, anno 1925 (€ 35.000 – 50.000). Poi il lotto superstar: c’è una tela monumentale di Renato Guttuso tra gli highlights de Il Ponte – monumentale veramente, misura oltre 4 metri in larghezza – si intitola Bosco d’Amore. «Si tratta di un’opera magna di Renato Guttuso», racconta a exibart il Capo Dipartimento, «lui stesso volle farsi immortalare nell’atto di dipingerla (una fotografia bellissima che abbiamo posto in esposizione accanto all’opera). Questo dipinto rappresenta per l’artista il ciclo della vita, o meglio ancora, citando il grande critico Cesare Brandi: “Il Paradiso terrestre visto da un pagano”». Nel 1984 veniva esposto a Milano, nelle sale imponenti di Palazzo Reale. Da allora è appartenuto a un’unica importante collezione privata e torna oggi sul mercato con una valutazione di € 80.000 – 120.000.
Si fa lunga la lista di highlights della maison, si traduce in una visita densa tra le sale di Palazzo Crivelli, a zig zag tra epoche e stili. E include lotti d’eccezione. Posto d’onore per un armadio di Lucio Fontana commissionato nel 1956 per un’abitazione milanese, Il Ponte lo mette in vendita per € 50.000 – 70.000. Spruzzi violenti di colore, vetri brillanti incastonati sulla parete dipinta di nero, la maniglia in ceramica bianca, quasi un’opera a sé stante. Alla domanda se ci siano stati dubbi se inserirlo nella vendita di arte contemporanea o in quella dedicata al design, Battino risponde senza esitazione: «Ovviamente no. La scelta è stata ben ponderata con l’obiettivo di ottenere il massimo realizzo». L’appuntamento è a domani, con il verdetto finale dell’arte moderna e contemporanea de Il Ponte.
Saranno Magritte, Botero e Delvaux a dare il via alla nuova scommessa di Sotheby's in Arabia Saudita. In dialogo con…
Il Giardino delle Camelie di Boboli, un gioiello di arte e botanica, riapre stabilmente al pubblico dopo i restauri, con…
Ci sono i grandi nomi del design italiano e internazionale in vendita da Cambi, a Milano. Sguardo in anteprima agli…
Il taglio del 12% al bilancio culturale per il 2025-2026 colpisce trasversalmente uno dei settori trainanti di Berlino, minacciando lo…
La Galleria Umberto Di Marino di Napoli ospita una retrospettiva dedicata a Betty Bee, artista che esplora il mondo femminile…
Negli ultimi anni la mia ricerca si concentra sull’urgenza di indagare il concetto di “Accoglienza” legato ai flussi migratori