Il Ponte Casa d’Aste non si ferma e prosegue senza sosta il suo viaggio attraverso i secoli, con una serie di appuntamenti che cambiano forma, ma non calendario. Il mese di novembre, in particolare, è costellato di proposte che spaziano tra Filatelia e Numismatica (10 novembre), Dipinti e Sculture del XIX e XX Secolo (11 novembre), Orologi (12 novembre), Fashion Vintage (12 novembre) e Gioielli (18, 19, 20 novembre), a cui sarà possibile partecipare tramite commissione scritta, via telefono e online (sulla piattaforma IlPonteLive). Ed eccoci dunque a curiosare tra i lotti e i retroscena dell’asta di domani: Matteo Gardonio, Capo Dipartimento di Dipinti e Sculture del XIX e XX Secolo de Il Ponte, ci accompagna alla scoperta degli highlights all’incanto, con incursioni su un mercato «complesso da analizzare» e un target «quanto più variegato e variabile».
Iniziamo con uno sguardo al mercato, quello dell’arte del XIX e del XX secolo. Qual è il suo stato di salute, in questo periodo fuori dall’ordinario?
«È sicuramente il mercato più complesso da analizzare, poiché si muove tra un antico mestiere della connoisseurship e il mondo moderno, chiamiamolo impropriamente così; è un’età di mezzo legata al passato “antico”, ma che punta lo sguardo al futuro, alle avanguardie, al secolo che arriva. Il mercato si posiziona su buoni livelli e si sta assistendo, finalmente, all’avvicinarsi alla sensibilità ottocentesca delle nuove generazioni, che si focalizzano sulla particolarità di un’opera e sono mosse dalla volontà di distinguersi da un gusto generalizzato».
Qualche consiglio, in generale, sugli artisti da tenere d’occhio?
«Tutti quelli operanti nella prima metà del Novecento sono molto interessanti, anche in termini di realizzo attuale, soprattutto se denotano spiccate caratteristiche internazionali».
Possibili scenari futuri? Che cosa ha imparato il mercato dell’arte da quest’ultimo semestre?
«Gli scenari futuri sono, per definizione, impervi da leggere. Non si può escludere che ciò a cui noi oggi attribuiamo una connotazione marginale, diventi poi centrale. Penso agli artisti operanti nei primi del Novecento in Estremo Oriente; hanno avuto un riconoscimento molto recente e oggi staccano cifre da capogiro. Chi poteva immaginare, solo 5 anni fa, che alcuni soggetti di Romualdo Locatelli avrebbero spuntato più di un De Nittis?»
Ed eccoci quindi all’asta di Dipinti e Sculture del XIX e XX secolo, in calendario per l’11 novembre. Quali sono gli highlights dell’incanto?
«Abbiamo opere di grande rilevanza qualitativa, un parametro sempre più valido in questo mercato; mi limito ad alcuni nomi come Van Rysselberghe, Moses Levy, Zandomeneghi, Caprile, Malerba, Moggioli, Beppe Ciardi».
So che a voi del Ponte appassionano le storie, quelle che riguardano le peculiarità, le collezioni di provenienza e il curriculum espositivo delle opere che selezionate. Ce n’è qualcuna, in particolare, che vorreste condividere?
«Sicuramente il curriculum di un’opera è per noi un tema centrale, perché le conferisce identità, un suo posto nel percorso storico. La terracotta di Valerio Brocchi, scultore praticamente sconosciuto e reso immortale dal dipinto di Boccioni; la collezione Ingegnoli, tra le più importanti di tutto l’Ottocento italiano; o lo strepitoso ritratto della sorella di Gian Emilio Malerba, tra i pochi veri capolavori secessionisti italiani».
Il target dell’asta: chi sono, oggi, i collezionisti di Dipinti e Sculture del XIX e del XX secolo? Come si è evoluto il processo di segmentazione negli ultimi anni?
«Il target dei collezionisti è quanto di più variegato e variabile. È cambiato nel corso degli anni e sta cambiando ancora. Ci sono i “puristi” che collezionano l’800 storico e storicizzato con una precisa intenzione culturale, quelli che comprano per istinto, per empatia con la sensibilità di quei secoli, quelli che comprano per affinità con il concetto di bellezza di quei tempi. Difficilmente ci troviamo di fronte ad un collezionismo di tipo speculativo. Prova ne sono anche le tendenze del gusto collezionistico; oggi sono la figura femminile, l’esotismo, Venezia, lo straniero di passaggio in Italia, i temi prediletti dai compratori».
In che modalità si svolgerà l’asta?
«L’asta si terrà regolarmente. I clienti non potranno partecipare in sala ma avranno a disposizione tutti i mezzi che la tecnologia ci offre per lanciare le loro offerte in tempo reale. L’asta sarà visibile in streaming e si potrà partecipare previa iscrizione dalla nostra piattaforma IlPonteLive, a mezzo telefonico o lasciando una commissione scritta».
Stima minima complessiva e aspettative dell’incanto. Prevedete qualche colpo di scena?
«Pensiamo di fare bene. Le richieste e i riscontri sono stati tantissimi e questo ci rende ottimisti. Puntiamo a rimanere in linea con i nostri traguardi annuali, soprattutto grazie ad alcuni lotti dove l’interesse si dimostra già alto e che partono da prezzi davvero abbordabili e attrattivi proprio per la loro competitività. I colpi di scena possono sempre capitare perché non si possono prevedere tutte le variabili che sottendono a un’asta, specie quando viene offerto un repertorio davvero molto ampio e variegato. Sorprendersi poi è un bel momento per l’asta, si crea un istante perfetto di suspense e di gratificazione che diventa conferma dell’apprezzamento del pubblico per il nostro lavoro».
Link al tour virtuale dell’esposizione: DIPINTI E SCULTURE DEL XIX E XX SECOLO
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