Categorie: Mercato

Inizia 1-54, la fiera di Marrakech dedicata all’arte contemporanea africana

di - 30 Gennaio 2025

Pochi giorni fa l’annuncio di Africa Basel, la nuova fiera di Basilea che inaugurerà a giugno e sarà interamente dedicata all’arte contemporanea africana. Ma c’è un’altra fiera, ormai ben nota, ben consolidata, focalizzata sulla stessa categoria: è 1-54 – Contemporary African Art Fair, si svolge tra la sede madre di Londra in autunno, e poi, in periodi scaglionati e strategici, a New York e Marrakech. Come da tradizione, è proprio la kermesse di Marrakech a inaugurare l’anno nuovo: parte oggi (30 gennaio) la preview vip della sesta edizione, per poi aprire al grande pubblico sabato 1 e domenica 2 febbraio. Dove? Presso l’hotel La Mamounia e nello spazio espositivo DaDa, nel cuore della Medina. Ancora una volta, sotto la direzione di Touria El Glaoui.

«Dal 2018», confermano dalla fiera, «1-54 ha ampliato con successo la propria presenza a Marrakech. Essendo un fiorente centro per la scena artistica del continente, Marrakech funge da sfondo ideale per la fiera, sfrutta lo spirito creativo della città nutrito da una comunità di artisti, gallerie e istituzioni». Quindi si inizia. Sono 26 le gallerie all’appello, quest’anno, 12 sono originarie del continente africano, 9 del Marocco.

C’è anche una presenza italiana, la C+N Gallery CANEPANERI, che ha base a Milano e punta i riflettori su Chigozie Obi, visual artist della Nigeria nata nel 1997 a Lagos e protagonista del solo show del booth. «I suoi lavori», rivela a exibart la galleria, «sono prodotti con diversi materiali, sperimentando nuove forme d’arte per raccontare storie personali e della società. Nello stand della galleria troviamo i quadri delle ultime tre serie dell’artista. I lavori di Obi intendono valorizzare gli aspetti della vita umana, il corpo, gli standard di bellezza e gli steriotipi per l’accettazione di sé stessi(e). Il suo scopo è quello di creare un dialogo attraverso le sue opere raccontando la società odierna, mettendo al centro della sua nattariva le donne».

1-54 marrakech
C+N Gallery CANEPANERI allo stand LM14, con il solo show di Chigozie Obi

Altri highlights sparsi della fiera: Le Violon Bleu Gallery, fondata nel 2003 nell’iconico quartiere di Sidi Bou Said, Tunisi, segue le ricerche di BAYA, Hassan El Glaoui, Aly Ben Salem, Farid Belkahia, Chaïbia Talal. Primo Marella Gallery porta in scena una selezione di lavori degli artisti Joël Andrianomearisoa, Hako Hankson, Abdoulaye Konaté, Tegene Kunbi, Godwin Champs Namuyimba e Samuel Nnorom. «Questa presentazione dettagliatamente curata», dicono dalla galleria, «riflette le voci diverse e dinamiche dell’arte africana contemporanea». Myriem Himmich Gallery è una galleria d’arte contemporanea ibrida con sede a Casablanca, che ha aperto i battenti nel febbraio 2022, e a Marrakech espone quest’anno le opere di Zineb Mezzour, Valérie Ohana e Bouchra El Menjra. African Art Hub (TAAH) è invece una e-gallery e piattaforma con sede nel Regno Unito che attraverso collaborazioni con curatori e gallerie rinomati vuole evidenziare «il potere trasformativo dell’arte contemporanea africana e le ricche narrazioni che fondono perfettamente tradizione di lunga data e innovazione». Per 1-54, edizione 2025, offe al pubblico il solo show di Kingsley Ayogu.

Non manca, come sempre, un nutrito programma di talk, che approfondiscono i temi caldi dell’art industry. Come Creating cultural movements: building bridges between Japan and Africa, che sottolineerà la necessità di coinvolgere il pubblico asiatico con l’arte contemporanea africana per coltivare una collaborazione artistica e culturale transcontinentale. Mentre il panel New research on Photography in Africa, moderato da Othmane El Farsi, vedrà la partecipazione di Sandrine Colard, che parlerà della sua mostra e del catalogo Recaptioning Congo: African Stories and Colonial Pictures; Giulia Paoletti, che presenterà il suo libro Portrait and Place: Photography in Senegal 1840-1960; e Malick Welli, che esplorerà l’intersezione tra fotografia, spiritualità e memoria culturale in Senegal, concentrandosi sull’identità contemporanea. C’è tempo fino al 2 febbraio per scoprire dal vivo la fiera.

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