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Intervista a Carolina Orlandini di Itineris Casa d’Aste

di - 25 Marzo 2021

Abbiamo intervistato Carolina Orlandini, esperta di Arte Moderna e Contemporanea di Itineris, una casa d’aste fondata nel 2017 con sede a Milano, Firenze e Torino. Con Carolina abbiamo parlato di digitalizzazione e delle sfide di un periodo come quello che sta vivendo ora il mondo dell’arte. Itineris è una realtà giovane che si muove sul piano delle aste tradizionali ma si affaccia anche sull’innovazione delle aste a tempo online.

Intervista a Carolina Orlandini, esperta di Arte Moderna e Contemporanea di Itineris

Qual è stato il tuo percorso accademico e lavorativo prima di arrivare da Itineris? Quali sono oggi le strade per diventare un’esperta di arte moderna e contemporanea in una casa d’aste?
«La mia è una formazione classica. Ho studiato Storia dell’Arte all’Università di Firenze. La mia intenzione era quella di improntare i miei studi verso il contemporaneo. Mi sono specializzata in Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea anche durante il corso di Specializzazione presso l’Università di Pisa. Durante la Specialistica ho iniziato un’esperienza lavorativa con Alinari dove mi sono interessata molto all’aspetto del copyright fotografico, mi occupavo della vendita di immagini. Il lavoro in casa d’aste però è arrivato dopo. Precedentemente ho lavorato nel mondo dell’editoria, nel campo dell’oreficeria presto sono approdata da Pandolfini, una casa d’aste storica importante sia a livello nazionale che internazionale. La mia posizione era quella di assistente di dipartimento di arte moderna e contemporanea. Sono rimasta circa sei anni fino a quando ho avuto la possibilità di lavorare per Itineris come capo dipartimento occupandomi anche di altri aspetti dell’attività della casa d’aste. L’esperienza è fondamentale in questo campo: toccare con mano le opere e quindi capire come sono fatte certe cose aiuta moltissimo».

Come nasce Itineris? Che cosa contraddistingue Itineris dalle altre case d’aste?
«Itineris è una realtà abbastanza giovane, nata fra il 2016 e il 2017. Nasce da un gruppo di investitori piemontesi appassionati d’arte che hanno deciso di investire in questa realtà nata ex novo. Oltretutto anche i nostri dipendenti sono giovani e dinamici. Nonostante le dimensioni ridotte della nostra realtà ci siamo mossi da subito verso il digitale. Abbiamo tre sedi: quella di Milano e quella di Torino, le sedi operative, insieme a quella di Firenze, così da essere presenti su gran parte del territorio nazionale. Quello che ci contraddistingue è la possibilità di poter seguire il cliente dalla A alla Z non lasciando niente al caso e dialogando sia con chi ci affida un bene di valore inferiore sia con chi ci porta pezzi di valore più alto. Un’altra nostra interessante particolarità è che noi siamo una delle poche case d’aste che tratta anche reperti archeologici».

Itineris organizza molte delle sue aste online. Come influisce questo aspetto sulle vendite?
«Fin da subito è stato organizzato tutto sia per far fronte ad aste in presenza che online. Il costo dell’asta online, infatti, è molto inferiore rispetto a quello delle aste tradizionali. Il fatto di aver creato un canale dedicato alla nostra attività online, d’altra parte, è molto vantaggioso perché ci permette di organizzare aste con cadenza mensile a costi più vantaggiosi variando così l’approccio».

Qual è il vostro target? A che tipo di clientela vi rivolgete?
«La clientela a cui ci rivolgiamo noi è davvero vasta: da chi si approccia per la prima volta al mondo delle aste, i neofiti che ancora non hanno dimestichezza, fino a collezionisti che sono abituati alle dinamiche delle aste tradizionali. Non c’è un identificativo unico per gli artisti che abbiamo venduto di più perché dipende anche dal canale in cui ci muoviamo. Per esempio, in una delle prime aste abbiamo venduto un piccolo lavoro di Yves Klein, Boetti, fino ad arrivare a litografie da qualche centinaia di euro. Il mercato è variegato ma il target deve essere il più ampio possibile. Chi compra da noi può infatti scegliere di investire somme più contenute o cifre più importanti. I neofiti, per esempio, sono molto più attratti dalle aste online che sono più facili da seguire – ma anche molti nostri clienti con più esperienza, d’altra parte, si sono affacciati sulla nostra piattaforma digitale. Tutto questo ci permette di muoverci in ambito italiano ma anche estero, rendendo il nostro target il più ampio possibile».

Il mondo dell’arte sta vivendo un momento critico da molti punti di vista a causa delle limitazioni della pandemia. Come state affrontando la situazione?
«Il nostro approccio già largamente improntato al digitale ha reso facile il doversi adattare alla nuova realtà portata dalla pandemia. Avendo già i server con cui coordiniamo tre sedi, per noi è stato più agevole anche per quanto riguarda il lavoro da remoto. Al di là della contingenza di alcune mansioni come l’imballaggio e la distribuzione delle opere – in presenza, per ovvie ragioni – molto si può fare anche da remoto. È innegabile che il periodo sia difficile, ma è una grande prova che stiamo superando seguendo i clienti e coordinandoci in maniera funzionale».

Se dovessi dare un consiglio a qualcuno che vuole iniziare a collezionare o investire nel mondo dell’arte, su quali artisti punteresti?
«Il consiglio che do sempre è quello di non comprare mai pensando all’investimento, perché è il modo migliore per perdere di vista quello che effettivamente conta quando si compra arte. Il pezzo che si compra deve essere un pezzo che dà un’emozione a chi lo acquista e per questo bisognerebbe sempre comprare in base a ciò che si ama».

Nata a Ravenna, a Milano studia prima Lettere Moderne poi Arts Management all’Università Cattolica del Sacro Cuore. Dopo la tesi triennale sul caso Elena Ferrante si concentra sulle tematiche relative alla visual art durante il corso magistrale. Arte, moda e letteratura sono fra gli interessi principali di cui ama parlare e scrivere.

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  • Nata a Firenze....io c'ero.....molto brava,molto preparata ,professionale....anche bella

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