Categorie: Mercato

Italiani a Londra | Il catalogo è questo

di - 21 Settembre 2016
L’Italian Sale di Londra, la celebre serata che Sotheby’s organizza da 18 anni, quest’anno diventa – appunto – maggiorenne. E dimostra grandi segni di maturità, ovvero una crescita costante e sempre maggiore: se nel 1998 la prima edizione fruttò qualcosa come 5 milioni di sterline, l’asta dell’ottobre 2015 ha segnato invece 40,5 milioni di sterline, dopo l’edizione record del 2014 nella quale, grazie al traino di pezzi come il grande Achrome di Piero Manzoni (110×150 centimetri), uno dei soli 9 pezzi dell’artista di queste dimensioni, battuto a 12,6 milioni di sterline (cifra che superò il doppio della stima iniziale della tela), portò a Sotheby’s un incasso di 41,3 milioni, per un totale di 49 lotti.
I grandi italiani delle seconde avanguardie del Novecento, insomma, vanno fortissimo, e anche stavolta il catalogo (46 lotti, perfettamente nella media dell’incanto) è brillante.
Lo abbiamo visto ieri in anteprima a Milano, nella splendida sede di Palazzo Serbelloni, in attesa di sentire battere i martelletti a Londra il prossimo 7 ottobre, durante la settimana di Frieze.
Da cosa iniziamo? Sicuramente da una splendida testa di Medusa in ceramica di Lucio Fontana: nera e lucente, firmata nel 1936, e che è stimata 347-463mila euro. Sempre del grande spazialista anche un bellissimo Concetto Spaziale. Attese del 1960; tre tagli, superficie arancione, 61×50 centimetri e un prezzo che si spera di portare tra le 900mila e il milione e 200mila sterline. Di Mimmo Rotella, in questi giorni vera e propria “star” degli opening meneghini, segnaliamo Avventuroso 2, secondo esemplare della serie, pezzo museale datato 1962, in stima a tra le 400-600mila sterline.
Di Alberto Burri non potevano mancare due pezzi da novanta: un piccolo Bianco Cretto, 1977, stimato tra 700-900mila sterline, e Rosso Plastica 5, 1962: qui il prezzo sale in una stima tra i 4 e i 6 milioni di sterline.
Le due chicche assolute? La prima è un bellissimo arazzo datato 1989-91, firmato a quattro mani da Mimmo Paladino e Alighiero Boetti: Senza titolo è il titolo, e ha davvero dell’insolito, sia nella produzione di uno che dell’altro artista. Realizzato ancora in Afghanistan, la cifra di stima è compresa tra le 180 e 250mila sterline. Un’ottima cifra, considerando anche la dimensione di oltre 120×270 centimetri. Al secondo posto Tunisia, di Franco Angeli. Quasi un monocromo graffiato di sabbia, con i colori della terra e del deserto, firmato nel 1961, e che sarà all’incanto stimato tra 40-60mila sterline.
Il segno sotterraneo di questa edizione? Un’attenzione, ancora non evidentissima, alla Pop Art italiana: insieme a Franco Angeli infatti vi sono anche Fabio Mauri, Tano Festa e Mario Schifano. Senza contare due splendidi Castellani candidi, una piccola testa di Medardo Rosso, una “lancia” di Gianni Piacentino, Fausto Melotti, Paolo Scheggi e un paio di Morandi. (MB)

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