Sembra che Monet rimi bene con Sotheby’s, nella grammatica del mercato. Non solo perché il record d’asta assoluto è detenuto proprio dalla maison di Drahi, con quei Covoni da $ 110,7 milioni che illuminarono New York nel maggio 2019 (qui). E – no – nemmeno per l’aggiudicazione stellare della scorsa primavera, quando Le Bassin aux Nymphéas ha trovato un nuovo proprietario per $ 70,4 milioni (qui). Sotheby’s non si accontenta e moltiplica le aspettative, letteralmente: il prossimo 2 marzo, alla Modern & Contemporary Evening Sale di Londra, saranno ben 5 le opere dell’artista a sfilare sotto il martello della auction house. «Cinque lavori di Claude Monet realizzati durante quindici anni formativi della sua carriera», specificano gli esperti, «che tracciano la svolta dell’artista da pittore impressionista a padre dell’Espressionismo astratto». La stima? In totale, una cifra intorno ai $ 50 milioni (£ 35 milioni).
It’s raining Monet, così la casa d’aste annuncia la nuova impresa milionaria. «Con Picasso e Van Gogh, Monet è uno degli artisti più ricercati al mondo oggi», spiega Helena Newman, Chairman of Sotheby’s Europe and Worldwide Head of Impressionist & Modern Art. «Negli ultimi anni l’energia intorno a lui ha acquisito ancora più vigore, sia nell’arena espositiva globale che tra i collezionisti di tutto il mondo – in particolare in Asia, dove è una figura amata. Nel tracciare la progressione verso i suoi grandi dipinti di ninfee, queste cinque splendide opere articolano brillantemente la storia di Monet come padre dell’arte moderna».
Le fa eco Simon Shaw, Sotheby’s Vice Chairman, Fine Arts: «Monet ha avuto un’influenza chiave sui movimenti astratti del 20° secolo e anche molto tempo dopo la sua morte, avvenuta nel 1926, rimane una figura forte e rilevante». E aggiunge: «Negli anni ’50, con l’ascesa dell’Espressionismo astratto, il Museum of Modern Art ha acquistato una ninfea per la sua collezione. Questo rapporto simbiotico ha continuato ad essere esplorato negli anni successivi, con la mostra innovativa del Musée Marmottan Monet & Abstraction, nel 2010, e attualmente nella mostra di Helen Frankenthaler, alla Dulwich Picture Gallery di Londra».
Insomma, il genio non passa mai di moda – nel gusto e sul mercato. E dire che era proprio Monet, nel 1913, a scrivere: «Il pubblico può parlare e può discutere il mio lavoro, ma la mia vita non sarà mai il business di nessuno». Appuntamento a Londra, il prossimo 2 marzo, per scoprire l’esito delle 5 tele a suo nome. E de L’impero delle luci di Magritte, ovviamente.
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