Una storia di famiglia tutta all’insegna dell’arte. Si tratta della collezione di Jacqueline Matisse Monnier (1931-2021), nipote del grande Henri Matisse (1869-1954), pietra miliare della pittura del Novecento. Lo spunto per un approfondimento lo offre un’asta di Christie’s molto attesa che, per decisione dei figli di Jackie, come veniva chiamata, vede andare all’incanto la collezione materna proprio oggi, 13 aprile, a Parigi.
Un eccezionale gruppo di 78 opere che riflettono la vita della proprietaria, cresciuta a pane e arte sin dall’infanzia. Nata da Alexina Teeny Sattler e Pierre Matisse – figlio di Henri – tra i più grandi galleristi della sua epoca, che aveva portato a New York la crème degli artisti francesi, Jackie si era ritrovata come patrigno Marcel Duchamp, dopo il divorzio dei genitori nel 1954. Una vita tra Parigi e New York, immersa in un universo creativo stimolante: bambina, a stretto contatto con artisti del rango di Giacometti, Balthus e Joan Miró, poi giovane donna con una spiccata sensibilità, destinata a diventare artista a sua volta. In un video, realizzato da Christie’s, si racconta come aver perso in cielo un aquilone cinese sia stato di ispirazione per realizzare il concetto di arte volante (nel 1970 firmò il Manifesto Art Volant): tele colorate al vento, come aquiloni, per l’appunto. Opere nelle quali si riconosce l’eco dei famosi “cut out” colorati del nonno (all’origine di Oceanie, le Ciel e Oceanie, la Mer, in asta) e di Marcel Duchamp per il quale, dal 1961 al 1971, Jackie assemblava le famose boîtes-en-valise, le scatole in valigia (due compaiono tra i lotti all’incanto).
Il salotto di Alexina e Marcel era abitualmente frequentato da personaggi come John Cage, David Tudor, Jasper Johns, Joan Miró, Niki de Saint Phalle, Robert Rauschenberg, Claude e François-Xavier Lalanne. Artisti-amici le cui opere sono all’origine della collezione di Jackie, ricevute in dono o acquisite da Jackie stessa, oltre a quelle giunte per eredità dal padre e dal nonno, ognuna con una storia personale alle spalle. Le gouache di Miró, il busto di Giacometti, nato per iniziativa di Pierre Matisse, il carboncino eseguito da Henri Matisse, che ritrae la nipote a 16 anni, nel 1947. A Parigi, dove studiava letteratura alla Sorbonne, Jackie frequentava spesso lo studio di Constatin Brâncusi, che era stato maestro di sua madre Teeny quando era studentessa all’Académie de la Grande Chaumière. Sempre nella capitale francese aveva incontrato il futuro marito, il banchiere Bernard Monnier, da cui avrebbe avuto quattro figli.
Una lunga vita trascorsa a conservare, collezionare e creare opere d’arte. Pezzi rari custoditi nella raccolta di famiglia e mai visti sul mercato dell’arte, per un valore complessivo stimato circa 23 milioni di euro. Tra i pezzi in asta compaiono, per esempio, il grande dipinto Nymphe et faune rouge (1939) di Matisse (stima: 1,800,000- 2,200,000 euro) e la scultura in bronzo patinato Petit bust d’homme, di Alberto Giacometti, del 1950 (stima: 3,000,000,000-5,0000,000 euro) o la serigrafia stampata su lino, in edizione limitata, di Henri Matisse, Océanie, la mer, 1946, che il figlio di Jackie, Robert, ricorda come sfondo delle cene di famiglia. Per Antoine Lebouteiller, capo della sezione Impressionisti e Arte Moderna di Christie’s Francia, quest’opera e la correlata Océanie, le ciel (stimati ciascuno 1,200,000- 1,800,000 euro) sono tra i primi esempi di “cut-out” matissiani.
Tra i ricordi dei figli anche la vasca da bagno blu in resina Hippopotame I del designer francese François-Xavier Lalanne, prototipo in cui si divertivano a fare il bagno da bambini, altro pezzo forte dell’asta (stima: 800,000 – 1,200,000 euro). Nella lista compare anche L’Homme et l’Oiseau di Joan Miró (stima: 1,000,000-1,500,000 euro). Tra l’artista catalano, padrino di Jackie, e la famiglia esisteva un forte legame affettivo, come si evince dal catalogo della mostra della Galleria Pierre Matisse del 1961, MIRÓ 1959-1960, copia unica donata da Miró ai coniugi Monnier, illustrato con un acquerello originale firmato (stima: 70-100,000 euro). Tra le altre opere, la copia personale di Marcel Duchamp del libro Marcel Duchamp. Propos et souvenirs del 1964, e poi lavori di Jean Dubuffet, Niki de Saint Phalle, Yves Klein, Man Ray, Yves Tanguy, Diego Giacometti… Più che una collezione unica, raccolta nell’arco di tre generazioni, un capitolo di storia dell’arte, che ora andrà disperso.
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