Letteralmente “due diligence” si può tradurre con “dovuta diligenza”; ma la definizione si riferisce a molto di più e indica il procedimento che viene normalmente svolto dai consulenti di acquirente e/o venditore per ricercare e approfondire dati e informazioni relative all’oggetto di una compravendita e, così, determinare e valutare le eventuali criticità sottese alla operazione e la convenienza (in primis economica), sia questa la cessione delle quote di una compagina sociale (ambito nel quale la due diligence è nata), ma anche l’acquisto di un’opera d’arte (al quale il procedimento si è recentemente esteso).
L’oggetto della transazione determina gli aspetti da rilevare e i documenti da analizzare; in ogni caso il procedimento consente alle parti di valutare l’opportunità della transazione e di prevedere le opportune previsioni di impegni e garanzie
Nello svolgimento della due diligence può essere molto utile ricorrere all’applicazione di check lists – meglio se adattate all’oggetto della singola operazione, alle parti e alle loro esigenze – con l’indicazione, quanto meno di massima, degli elementi e dei documenti più importanti che dovranno essere esaminati (se del caso anche ricorrendo alla consultazione, per riscontro, di banche dati, come quelle dei Carabinieri e dell’Art Loss Register in merito alle opere rubate / trafugate durante le guerre).
Le operazioni di due diligence vengono spesso delegate ad esperti. Nel caso di operazioni aventi ad oggetto opere d’arte, il più delle volte è sicuramente opportuno che la parte acquirente si faccia assistere da studiosi dell’opera o dall’autore stesso, per gli aspetti artistici, e da avvocati specializzati in diritto dell’arte, per gli aspetti legali.
Negli ultimi anni la due diligence ha assunto, anche nel campo dell’arte, crescente importanza e valore; ciò in quanto con tale procedimento è possibile cercare di limitare alcune criticità del mercato dell’arte, come l’asimmetria informativa sulle opere, spesso appannaggio di pochi (di solito venditori).
Un’approfondita due diligence prima dell’acquisto può evitare danni ingenti. Lo sanno bene gli incauti clienti della prestigiosa e storica (essendo stata fondata nel lontano 1846) galleria newyorkese Knoedler & Co., rimasti truffati in seguito all’acquisto di opere false di artisti famosi – tra gli altri Jackson Pollock e Mark Rothko –, per milioni di euro.
Gli elementi da verificare, prima dell’acquisto di un’opera, sono molti. Occorre innanzitutto disporre dei dati completi sull’originaria attribuzione: tipologia dell’opera, nome autore (e se presenza della firma sull’opera o meno), titolo dell’opera, data e periodo di esecuzione.
Dal punto di vista artistico, è importante ricostruire la biografia di riferimento e lo stato di conservazione, nonché individuare i precedenti proprietari e le eventuali esposizioni.
Quanto agli aspetti legali, bisogna poi accertarsi su chi sia il proprietario (museo, privato, ecc.) e se può procedere alla vendita, se l’opera ha un certificato di autenticità e chi lo ha nel caso rilasciato, se l’opera è soggetta alla legge sul diritto d’autore come opera dell’ingegno e/o al codice dei beni culturali e se rispetta le prescrizioni di tali normative.
Solo al termine della due diligence e sulla base delle informazioni recepite sarà infatti possibile prevedere gli opportuni termini e condizioni del contratto di compravendita, se del caso negoziando – possibilmente con l’assistenza di legali qualificati – adeguati strumenti di garanzia.
Il presente contributo costituisce un estratto dell’articolo pubblicato su ART&LAW n. 1 del 2019 su LA MOSTRA (IM)PERFETTA di Negri-Clementi Studio Legale Associato.
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