Quella che si conclude è una settimana negativa per la fotografia, e per le case d’aste che hanno proposto gli scatti di fotografi di fama mondiale nella piazza di New York. Ma non per tutte.
Sotheby’s è costretta a consolarsi con la vendita della contestata fotografia di Mapplethorpe, uno scatto del suo compagno con un abito elegante dal quale spunta l’organo genitale del suo amante. La foto, valutata tra i 250 e i 350mila dollari, ha superato le previsioni, passando di mano a 478mila dollari, durante un’asta che ha totalizzato 3,2 milioni, con il 40 per cento delle opere rimaste invendute. Ancora più bassi i numeri di Christie’s, con il 44 per cento di opere vendute per un totale di un milione e 600mila dollari, in quella che verrà ricordata come una tornata no per la casa d’aste che in tre giorni ha provato a vendere una selezione di fotografie molto ricercate, forse troppo.
Chi canta vittoria è Phillips che nella due giorni di aste, ha prodotto il più alto totale complessivo di tutte le case e ha chiuso la settimana a 4,2 milioni. A differenza delle due concorrenti, la casa d’aste inglese ha puntato tutto su fotografi contemporanei, e non sui grandi nomi ormai classici tanto amati dalle grandi del mercato. Quindi al posto di Ansel Adams, Alfred Stieglitz o Cartier Bresson ha presentato William Eggleston, Thomas Struth, Elger Esser e Sandy Skoglund.
Che sia stata proprio questa svolta verso il contemporaneo che ha portato Phillips a spiccare tra le concorrenti? E queste come reagiranno?
Certo il calo di interesse verso i grandi nomi è sorprendente per questo si è cauti nel parlare di tendenza. Per giudizi definitivi si rimanda alle prossime stagioni. (Roberta Pucci)