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Nasce una nuova galleria nel cuore di Londra, nel quartiere di Mayfair. Si tratta di Dirimart, fondata nel 2002 da Hazer Özil (che da allora gestisce due spazi espositivi a Istanbul), un polo importante sia per artisti affermati che emergenti, sia turchi (come Ayşe Erkmen, İnci Eviner, Sarkis e Nuri Bilge Ceylan) che internazionali (come Shirin Neshat, Sarah Morris e Tomokazu Matsuyama). Il suo è un approccio glocal – come piace dire in questi casi – uno sguardo locale e globale insieme; e prevede anche la partecipazione ai principali eventi artistici e fiere in giro per il mondo, a partire da Photo London, Frieze Sculpture, La Biennale di Venezia, Art Cologne, ART SG e The Armory Show, con cui Dirimart si è guadagnata il suo posto nella scena artistica internazionale. La data d’apertura? Ancora non nota, ma «entro il 2025», dicono dalla galleria. E già sappiamo che aprirà i suoi battenti al numero 23 di Princes Street, sotto la guida di Levent Özmen, con un maxi spazio di oltre 275 mq distribuiti su due piani.
«A Dirimart, espandere la nostra collaborazione con gli artisti è sempre stato al centro della nostra visione», rivela la galleria. «Insieme alle nostre iniziative editoriali e all’impegno nel promuovere il dialogo critico, ci sforziamo di creare una piattaforma veramente inclusiva e internazionale. Mentre le nostre origini sono radicate in Turchia, la nostra galleria di Londra mira a stabilirsi come uno spazio globale, abbracciando la diversità nel nostro elenco artistico piuttosto che essere confinata da confini geografici. L’apertura dello spazio di Londra rappresenta un audace passo avanti nel promuovere le nostre aspirazioni internazionali e consolidare la nostra identità di galleria globale».
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Ed ecco quindi le primissime coordinate. La ristrutturazione dello spazio di Princes Street è supervisionata da studioMDA, lo studio newyorkese guidato da Markus Dochantschi che segna con Dirimart il suo primo progetto di galleria a Londra. La facciata, sulla strada, presenta due grandi finestre e i visitatori entreranno in una hall dotata di un banco di accoglienza e di una nicchia per la biblioteca, con libri sugli artisti di Dirimart e sulle mostre passate. «Questo design», spiega Dochantschi, «mira a creare un dialogo senza soluzione di continuità tra l’opera d’arte e il suo ambiente architettonico, fondendo visibilità e funzionalità in un modo che rifletta l’impegno di Dirimart per l’inclusività e l’accessibilità».
A proposito della mostra inaugurale e del programma generale, invece, Dirimart si riserva di comunicare ulteriori dettagli entro la fine del 2025. Nel frattempo, sottolinea con chiarezza il suo obiettivo: posizionarsi come hub capace di supportare artisti emergenti con legami con la Turchia, esplorando al contempo temi come lo scambio intergenerazionale, la diversità regionale e individuale e la collaborazione globale. «Come galleria che ha ospitato le prime mostre a Istanbul di artisti oggi riconosciuti a livello internazionale», commenta Levent Özmen, direttore di Dirimart, «come Shirin Neshat, Sarah Morris, Candida Höfer e Hermann Nitsch, e ha pubblicato monografie straordinarie su Ayşe Erkmen, Sarkis, Bedri Rahmi Eyüboğlu e Nuri Bilge Ceylan, il nostro obiettivo è sempre stato quello di creare dialoghi transgeografici. Con l’apertura della nostra nuova galleria a Londra, siamo entusiasti di costruire su questa eredità, presentando nuove mostre e progetti ambiziosi che collegano i nostri artisti con la dinamica scena artistica della città e il suo pubblico eterogeneo e coinvolto».