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In un’era liquida e digitale come quella che stiamo vivendo, si moltiplica quotidianamente il numero di artisti e collezionisti digitali, ognuno con le proprie storie da raccontare. L’universo della crypto arte e della cripto valuta è terreno fertile per la fioritura di una new generation di collectors.
Tra questi vale la pena citare Metakovan (pseudonimo di Vignesh Sundaresan), il digital investor indiano, programmatore CEO di BitAccess e fondatore di progetti crypto come Ethereum e Decentraland, noto ai più per essersi aggiudicato l’opera di Beeple, Everyday: The first 5000 days per oltre $69 milioni durante un’asta da Christie’s a marzo scorso (qui tutti i dettagli). Metakovan, di fatto, è stato uno dei pionieri (non americano) nel mondo dell’investimento digitale, dimostrando che chiunque può «diventare un mecenate dell’arte» (cit. Metakovan).
Justin Sun angel investor americano della tecnologia blockchain, poco più che trentenne, fondatore di TRON, piattaforma per criptovalute e ideatore di JUST NFT, un fondo per registrare le principali opere e capolavori d’arte come NFT sulla blockchain. Dopo aver perso per soli 20 secondi l’asta per aggiudicarsi l’opera di Beeple sopracitata, Sun ha deciso di non andarsene a mani vuote, aggiudicandosi due opere d’arte fisiche: il dipinto Femme nue couchée au collier (Marie-Thérese) di Picasso per 20 milioni di dollari e Three Self Portraits di Andy Warhol per 2 milioni di dollari, primi capolavori in assoluto ad essere stati trasformati in NFT (ve ne parlavamo qui).
Tra queste storie di famosi Crypto Collectors stranieri, un’altra storia merita di essere raccontata: quella di Unix. Nato in Italia e vissuto a Roma, nel 2007 Unix si è trasferito in America, terra di sogni e promesse, con la voglia di iniziare qualcosa di nuovo. Nel corso degli anni si è avvicinato al mondo delle cripto valute e nel 2017, in qualità di media marketing advisor, ha iniziato ad aiutare virtual communities emergenti. Con il tempo, quella che era solo una curiosità iniziale si è trasformata in passione e in lavoro vero e proprio. Le sue prime esperienze nell’universo della cripto risalgono, quindi, al 2017.
Ha iniziato collezionando e creando ENS (Ethereum Name Service), ovvero un sistema di nomi di ETH aperto, distribuito ed estendibile per il Web 3.0, il nuovo prototipo di web multimediale che dal 2020 comprende i Big Data, la Virtual Reality (metaverse), la Web Artificial Intelligence etc…
A ottobre del 2020, ha acquistato i suoi primi pezzi entrando ufficialmente nel mondo della cripto arte e del collezionismo virtuale. Oggi, a distanza di un anno, il crypto collector nostrano può vantare una collezione di oltre 200 opere solo su Opensea. Artista e collezionista, oggi Unix crede fermamente in questa novità assoluta che è il Metaverse e nella forza dirompente di questa new generation di artisti, creatori e collezionisti digitali.
Certamente ‘non è tutto oro quello che luccica’ e, come per qualsiasi settore, si corrono dei rischi tra cui quello di scam (truffa) o di perdita della private key collegata al proprio wallet, e di conseguenza, la perdita del proprio portafoglio digitale. Ma si può essere disposti a correre determinati rischi se, messi sul piatto della bilancia, si pesano con i pro. Il fatto che gli artisti riescano ad autogestirsi o a trovare il sostegno e la protezione di una community (qui un focus sul tema) oltre che una certa stabilità economica con l’inserimento delle royalties sulle loro creazioni, può essere un enorme vantaggio per tutti.
Ma cosa significa effettivamente diventare oggi un collezionista digitale?
Significa lavorare su diversi piani: da una parte il collezionismo tradizionale, inteso come possesso di opere che rispecchino il gusto di chi le acquista e che eventualmente potranno anche essere riprodotte fisicamente ai fini dell’esposizione e valorizzazione privata o pubblica; dall’altra un collezionismo nuovo che miri ad acquistare non solo opere a supporto e promozione di artisti o progetti emergenti, ma anche rivolta all’acquisto e accumulo dei c.d. Token di governance, intesi come frammentazioni delle quote di partecipazione alla ‘vita societaria’. In altre parole, il collezionista/possessore di tali token diviene automaticamente membro attivo di una determinata community, acquisendo il diritto di voto su ogni decisione o azione all’interno della community stessa. In pratica questo sistema di token di governance denominato DAO (Decentralized Autonomous Organization) mira a eliminare la presenza di un’autorità centrale per rientrare nel più ampio progetto di DeFi (di finanza decentralizzata).
Un sistema che sembrava utopia pura, ha invece avuto la meglio: una comunità virtuale fatta di storie e persone reali che, grazie al reciproco supporto, possono finalmente svincolarsi da un sistema di dipendenza come quello che vige nel mondo reale dell’arte e del mercato, riuscendo a confrontarsi e a comunicare liberamente, attraverso, appunto, l’auto promozione, l’autogestione e la governance decentralizzata. Inseguendo il ‘Bianconiglio’, siamo definitivamente entrati nel metaverse, per scoprire un mondo parallelo in cui è possibile plasmare, comunicare, progettare e creare legami in una maniera del tutto nuova.
Oggi Unix, come un nuovo Leo Castelli, tra attività artistica e collezionismo, trova il tempo per supportare e promuovere artisti e social tribes e per investire in startup che includano utilities, arte, collezioni e i DeFi projects. «Vedo tante porte aperte, tante possibilità, tanti network da creare e tante idee da realizzare», sostiene Unix e forse, potrebbe aver ragione nel sostenere che «questa è davvero la primavera degli NFT, dell’arte, del collezionismo 2.0 e della cripto valuta».