TD Bank, la più grande banca del Canada e una delle 30 più grandi al mondo, amplia la sua collezione d’arte. «Quando la TD Art Collection è stata fondata nel 1968», si legge sul sito ufficiale della banca, «si è basata sull’idea che l’arte sia un catalizzatore per il dialogo, capace di creare conversazioni e arricchire la vita di colleghi e clienti. Ancora oggi, questo rimane il nostro principio guida. […] Vogliamo dar vita a esperienze artistiche accessibili al pubblico, espandendo la sua percezione dell’arte contemporanea e il ruolo degli artisti nella nostra società ».
Tra gli ultimi acquisti, avvenuti in occasione di alcune fiere come Independent New York, New Art Dealers Alliance (NADA) e Armory Show, alcune opere su carta dell’artista Abdolreza Aminlari presentate alla Situations Gallery di New York, un dipinto di Nathaniel Robinson venduto da Magenta Plains e alcuni pezzi di Jeffrey Gibson, Kennedy Yanko e Angel Otero provenienti dalla Kavi Gupta Gallery di Chicago. E non è tutto: l’aggiunta, negli stand delle gallerie in questione, della didascalia “The TD Ready Commitment”, che esplicitava l’interesse dell’istituzione finanziaria, sembra aver contribuito ad attrarre il pubblico, o perlomeno a incuriosirlo, a far riflettere sul valore e sulle potenzialità infinite dell’arte.
Proprio questo, d’altronde, l’obiettivo di Stuart Keeler, senior curator della collezione della TD Bank: creare legami. «Si potrebbe iniziare un dialogo con qualcuno che sta ammirando stupito la stessa didascalia, ma anche che stia semplicemente guardando lo stesso lavoro. Questo fa riflettere e anima una conversazione». Per quanto riguarda la selezione delle opere, Keeler chiarisce che, in origine, l’intenzione del CEO Allen Lambert fosse quella di focalizzarsi sull’arte canadese. Eppure, nell’ultimo anno, qualcosa è cambiato: a partire dall’acquisizione di un dipinto astratto di Kavi Gupta, oggi la collezione vanta, tra gli altri, anche pezzi di Jordan Nassar, Nari Ward, William Cordova e Claudia Peña Salinas, arrivando ad annoverare oltre 6.000 opere di artisti indigeni contemporanei, sia statunitensi che canadesi. «ll nostro approccio», ha dichiarato Keeler, «si è incentrato sul sostegno e sull’amplificazione di nuove voci sottorappresentate e diversificate nelle arti e nella cultura».
Ed ecco che, recentemente, la TD Bank ha collaborato con istituzioni newyorkesi come la High Line, il Queens Museum e lo Shed; con quest’ultimo, in particolare, ha attivato una sponsorizzazione per fornire biglietti agevolati alle comunità meno abbienti. Impossibile, allora, non essere d’accordo con Jackie Klempay, proprietaria e direttrice della Situations Gallery: «Se la ricchezza si concentra nell’istituzione finanziaria, questa diventa una sorta di nuovo mecenate». Come moderne famiglie rinascimentali, le banche alimentano il mondo dell’arte e creano connessioni, con uno sguardo particolare al territorio e alle esigenze delle comunità che lo popolano.
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