Oltre 500 pezzi di arte e antiquariato appartenuti alla famiglia Bernheimer sono stati messi all’incanto durante una vendita da Sotheby’s. Stimata circa 8 milioni di sterline, la collezione della famiglia tedesca ha deluso le aspettative, nonostante la sua importanza storica.
Lehmann Bernheimer, bisnonno dell’attuale proprietario Konrad, iniziò il commercio di antiquariato con una bancarella nel mercato di Monaco nella prima metà del diciannovesimo secolo, diventando presto uno dei più affidabili antiquari del mondo. La collezione fu sequestrata dai nazisti quando la generazione successiva della famiglia venne inviata al campo di concentramento di Dachau nel 1938. Dopo aver negoziato il loro rilascio, ed essere esiliati in Venezuela, gli eredi di Bernheimer, alla fine della guerra tornarono in Germania, e il figlio di Lehmann, dopo aver riscattato la collezione del padre decise di continuare la sua attività di antiquario. Nel 1977 la collezione passò a Konrad, allora ventiseienne, che dopo averla conservata per 40 anni, ha deciso di metterla in vendita. Il bottino comprende marmi romani, dipinti antichi e sculture, che nonostante la fama non hanno reso quanto previsto.
La vendita serale tenutasi il 24 novembre si è fermata a 1,4 milioni in totale, molto prima della stima bassa di 3,7 milioni: solo 22 su 42 lotti sono stati venduti. Il giorno dopo le cose sono migliorate, con un totale di 2,4 milioni la vendita ha superato, seppure di misura la stima di 2,3 milioni.
«C’è stata una tendenza recente, in particolare per Sotheby’s, ad organizzare vendite di parti dei magazzini dei collezionisti, mascherandole da opportunità irripetibili», questa la dichiarazione a caldo di un anonimo mercante di Old Masters. Ed è chiaro il riferimento al caso Taubman. (Roberta Pucci)