Una delle convenzioni che rendono il mercato dell’arte ancora più opaco e incomprensibile è la pratica, tipica delle compravendite nelle gallerie, dello sconto. Come gli abiti della stagione passata, come nei suq arabi, anche nelle migliori gallerie del mondo si può chiedere uno sconto sull’opera tanto desiderata. “Il mondo dell’arte si basa sulle relazioni e gli sconti aiutano a mantenere le relazioni e a far felici le persone”, ha dichiarato Nicelle Beauchene dell’omonima galleria del Lower East Side di New York. I collezionisti, anche i nuovi collezionisti, possono chiedere uno sconto del 10 per cento senza insultare nessuno. Istituzioni e musei, o privati che espongono le loro collezioni al pubblico, possono arrivare fino al 20 per cento. Ma i rivenditori e i distributori dicono che gli sconti non sono necessariamente standard e possono essere offerti, ampliati o ignorati a seconda delle circostanze. Il tutto per rendere la trattativa ancora più misteriosa. “Quando hai un giovane artista, vuoi che questo giovane artista sia in un’ottima collezione”, ha detto Nicelle Beauchene. “Quindi se arriva un grande collezionista e il lavoro non è molto costoso, non si tratta di ciò che sta per entrare nel nostro conto in banca … Se riesci a facilitare questa connessione, puoi forse accelerare la presenza sul mercato di un artista.” Ma anche gli artisti mid career hanno bisogno di essere aiutati con dei leggeri sconti, e spesso vengono anche incentivati gli acquisti di coloro che scelgono di sostenere la galleria. In alcuni casi si possono fare ottimi affari durante una fiera, nelle ultime ore. Pare che i collezionisti più sfacciati siano i latinoamericani e i cinesi, capaci di chiedere anche sconti del 30 o 40 per cento.