Dopo giorni dalla vendita non si fa che parlare del Picasso dei record. Il compratore ha scelto di uscire dall’anonimato e su tutti i giornali, specialistici e non, è rimbalzata la notizia: (sorpresa delle sorprese) l’opera finisce nella collezione della famiglia Al Thani del Qatar.
Si fa fatica a stare dietro alla collezione della famiglia più ricca del mondo, solo qualche mese fa infatti, hanno acquistato Nafea Faa Ipoipo (When Will You Marry?), di Gauguin, per la cifra record di 300 milioni, e nel 2012 comprarono per la collezione della famiglia reale del Qatar, e quindi per i musei dello stato, I giocatori di Carte di Cezanne, costata 250 milioni. Les Femmes D’Alger, a differenza di queste opere, non andrà a finire in un museo pubblico, a causa delle nudità fin troppo riconoscibili, e resterà nella dimora dell’ex primo ministro Hamad bin Jassim bin Jaber Al Thani.
La vendita eccezionale che ha visto trionfare il Picasso, arriva da Christie’s a metà di un’ottima stagione, che solo nelle giornate newyorkesi ha raggiunto una cifra totale di circa un miliardo di dollari. Il timore ora, numeri alla mano, è che questa bolla stia per esplodere. Se si ricordano le precedenti ondate di record e di cifre da capogiro degli anni Ottanta e Novanta, si noterà che furono seguite da dei momenti di crisi abissale del mercato dell’arte. Momenti in cui i compratori arrivavano dal Giappone, Paese in piena crescita e ricco di miliardari. Quando il flusso di denaro si interruppe, le case d’asta vissero un periodo di stallo, vedendo crollare gli introiti annuali. Facile fare delle previsioni catastrofiste, e ancora di più pensare che quando si vola così in alto la caduta poi è sempre più dolorosa. Forse meglio continuare a sperare nei collezionisti cinesi o mediorientali che scelgono di andare a caccia di trofei. (Roberta Pucci)