Il fervore del mercato per le antiche pittrici femminili un tempo dimenticate non mostra alcun segno di rallentamento. Anzi, i prezzi di vendita stanno aumentando in maniera esponenziale.
Da Sotheby’s a Londra un raro dipinto manierista di una suora italiana del diciassettesimo secolo ha appena battuto un record d’asta, vendendo per 14 volte la sua stima più alta. La pittrice in questione è Orsola Maddalena Caccia, figlia di un pittore formatasi come sua assistente prima di entrare nella vita religiosa. Dopo la morte di suo padre Caccia gestì uno studio nel convento dove divenne la badessa e con le sue commissioni aiutò a sostenere la comunità religiosa.
«Le opere di Caccia sono molto rare» sostiene Andrew Fletcher, direttore senior della sezione Old Master e dipinti britannici presso Sotheby’s. La tela da record dell’artista rappresentava un inaspettato momento saliente della vendita che era composta da opere di antichi maestri e miniature di ritratti della collezione Pohl-Ströher. Il dipinto è stato venduto per 212.500 sterline (224mila euro), più di 14 volte la sua più alta stima di 15mila sterline (17mila euro).
La vendita di ieri includeva anche Yeomanry Scouts on the Veldt, un dipinto della pittrice vittoriana di guerra Elizabeth Southerden Thompson (Lady Butler), che ha venduto per 15mila sterline contro una stima iniziale di 10mila sterline (cioè da 11mila a 17mila euro).
Il mercato delle opere di pittrici femminili è esploso negli ultimi anni. Attualmente i prezzi di vendita non sono minimamente paragonabili a quelli dei corrispettivi colleghi uomini. Tuttavia l’interesse nei confronti dei dipinti di maestre antiche si sta ampliando notevolmente. Lo scorso novembre, un’altra opera della pittrice barocca Artemisa Gentileschi ha stabilito un nuovo record di vendite all’asta dell’Artcurial di Parigi, raggiungendo il valore di 4,8 milioni di euro.
Il problema del valore conferito alle donne nel mercato dell’arte è tuttavia un problema che permane ancora oggi nell’arte antica come nel panorama contemporaneo. Il problema che storicamente ha determinato l’inesistenza di equivalenti femminili dei più grandi artisti mondiali non è nel raggiungimento di un diverso status quo all’interno della carriera artistica. È rintracciabile nelle possibilità che, nel corso della storia, sono state date – o meglio negate – alle donne. Una donna non poteva accedere agli stessi studi di un uomo e dunque non veniva socialmente accettata nell’ambito accademico. Questo ne determinava automaticamente l’esclusione o la difficile partecipazione a questa realtà. Il fatto che solo pochi anni fa sarebbe stato impensabile raggiungere una valutazione d’asta così alta è già un traguardo importante nel mondo dell’arte. Tuttavia resta da chiedersi quali siano i motivi per cui sia così lenta la rivalutazione di mercato dell’enorme valore delle opere di pittrici femminile che hanno segnato importanti tappe della storia dell’arte.
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