L’abbiamo vista quest’anno a Venezia, tra le fila delle pittrici superstar della Biennale, in buona compagnia assieme a Leonora Carrington, Paula Rego, Dorothea Tanning, Remedios Varo. Poco distante, alla Peggy Guggenheim, sfilava elegante nella mostra a cura di Gražina Subelytė, per fare il punto sul rapporto stretto, a tratti osmotico, tra Surrealismo e Magia. Poi ancora a Milano, tra aprile e giugno, con la Tommaso Calabro Gallery che puntava i riflettori su oltre 50 lavori dell’Italian Fury – vista stavolta con gli occhi di Francesco Vezzoli. E arriviamo a inizio ottobre a Londra, tra gli sfavilli di Frieze Masters, c’era uno stand interamente dedicato alle surrealiste da Gallery Wendi Norris, inclusa l’opera L’eau endormie del 1962, omaggio traslucido al mare della Corsica, del valore di $ 1 milione. È davvero un anno d’oro per Leonor Fini, pittrice, scenografa, costumista, scrittrice, illustratrice e disegnatrice, tutto insieme, fanno scintille i suoi dipinti trasognati da una parte all’altra del globo. Ne risente il mercato: il suo record, nel maggio 2020, è stato registrato da Sotheby’s, con quell’Autoportrait au scorpion da $ 2.3 milioni. Quest’anno, sempre dalla maison di Drahi, il ritratto di Marìa Félix I passava di mano per oltre $ 352.000, seguito a giugno dalla figura eccentrica di Lino Invernizzi, $ 184.121, e intanto L’amitiè, a Milano, da Il Ponte Casa d’Aste, toccava il cielo stellato di € 250.000 / $ 277.438. I fatturati annuali, dati ArtPrice alla mano: $ 2.9 milioni in questa prima parte del 2022, $ 4.4 milioni nel 2021, “appena” $ 438.922 nel 2019, $ 202.366 nel 2000. Ed ecco la notizia: diverse litografie e incisioni di Fini andranno all’incanto il prossimo 1 novembre da Bonhams, nel corso della Modern & Contemporary Prints & Multiples di New York. Vale a dire un’occasione ghiotta per i nuovi collezionisti, con la possibilità di accaparrarsi un grande nome a piccoli prezzi, chance che soltanto la carta può ancora regalare. «Non solo le opere sono incredibili», ci rivelano dalla casa d’aste in una nota, «ma, trattandosi di stampe, è un modo fantastico e accessibile per i collectors non solo di entrare in contatto con la sua opera, ma anche di investire nel lavoro di un’artista la cui stella è in ascesa». Alcuni titoli in catalogo: c’è Le Sabbat ressuscité del 1957 ($ 2000 – 3000), c’è Dithyrambe ($ 2500 – 3500). C’è una gamma fantasiosa di sfingi, quella di profilo ($ 2000 – 3000), la coppia ($ 2000 – 3000), uno studio di donna ($ 1500 – 2000) – donne viste come dee, s’intende, non come semplici, passive muse per le controparti maschili. Poi i gatti singolari di Madame Helvitius ($ 2000 – 3000), con fiocchi e cappelli, e per finire Satyricon, una raccolta di 25 lavori con una stima di $ 8000 – 10.000. Tutti pronti al giudizio del martello. Appuntamento a lunedì.
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