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L’edizione 2020 dell’Armory Show si è chiusa domenica 8 marzo, dopo cinque giorni di clamoroso successo, mentre in Europa il clima da coronavirus prendeva il sopravvento. Invariati i numeri su presenze, VIP e non, rispetto all’edizione 2019, significativa – sottolineano dalla fiera – la presenza di collezionisti privati, curatori di musei e fiduciari istituzionali. Oltre 140 istituzioni culturali nazionali e internazionali hanno partecipato alla fiera, tra cui, oltre a tutte le principali istituzioni di New York, sono passati all’Armory Show i rappresentanti del Bass Museum of Art, del Getty Research Institute, del Louvre, Musée d’art Contemporain Bordeaux, Musée d’Orsay, del Museum of Contemporary Art di Los Angeles, della National Gallery, Londra, del Palais de Tokyo, del Philadelphia Museum of Art, dello Smithsonian American Art Museum, della Tate e del Walker Art Center.
Tra le vendite più importanti della fiera notiamo subito il sold out delle opere di Adelaide Cioni da P420. Le sue tele con inserti di tessuto colorato a forma di stella, di ghiacciolo o di scacchiera hanno convinto i collezionisti d’oltreoceano, vendendo per 10mila dollari l’una.
La 303 Gallery – presente già nella prima edizione del 1994 dell’Armory Show – ha venduto sei opere durante la preview tra cui tre di Alicja Kwade, che vanno da 20mila a 150mila dollari ciascuna.
Zeno X Gallery ha riportato la vendita per 700mila dollari di un Luc Tuymans del 2010 a una collezione privata.
Sorry We are Closed ha esaurito il proprio stand, collocando le opere della loro presentazione personale di Robert Nava in forti collezioni private e istituzionali.
Galerie Templon presentava lavori di Omar Ba, Iván Navarro, Kehinde Wiley, tra gli altri, questa collettiva ha fruttato alla galleria numerose vendite che vanno da 30mila a 300mila dollari ciascuna.
Uno dei veterani di Armory Show, Sean Kelly ha riportato una forte giornata di vendite durante l’anteprima, pare sia riuscito a piazzare le opere in plastica Hugo McCloud ai musei con prezzi che vanno da 75mila a 95mila dollari.
E ancora Gavlak Gallery ha registrato nove vendite, tra cui un’opera a matita colorata di Yoshitomo Nara venduto per 125mila dollari.
“L’edizione 2020 di The Armory Show è stata un successo clamoroso”, ha osservato Nicole Berry, direttore esecutivo. “Nonostante le preoccupazioni relative ai viaggi e al coronavirus, l’atmosfera al Molo era notevolmente energica. Secondo quanto riferito, le vendite sono state costanti e solide in tutte le sezioni e per tutta la durata della fiera. Sono state fatte acquisizioni significative sia dalle collezioni private che dalle istituzioni pubbliche. Siamo incredibilmente orgogliosi di ciò che abbiamo realizzato nel corso degli anni. Ora rivolgiamo la nostra attenzione alla prossima edizione nel settembre del 2021 e non vediamo l’ora di accogliere tutti nel Javits Center per un nuovo ed eccitante capitolo per The Armory Show”.