-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Domani, da Lempertz, scopriremo finalmente il destino di La fillette au brasero, l’ultimo, poeticissimo notturno di Georges de La Tour. Nel frattempo, però, la casa d’aste non si fa attendere e propone un appuntamento ricco di storia, monumenti e vedute mozzafiato. In che senso? A passare sotto al martelletto di Lempertz, oggi pomeriggio, saranno ben 80 scatti che ritraggono Roma nella fotografia delle origini, in un viaggio appassionato che ripercorre tecniche e sperimentazioni “primitive”. Una collezione unica nel suo genere – spiegano gli esperti – assemblata da Orsola e Filippo Maggia nel corso degli anni per catturare con gusto i tesori della Città Eterna.
Ed eccoci allora, diamo uno sguardo da vicino. Si tratta di vedute rare, preziose, che immortalano la Capitale tra il 1840 e il 1870; e la fissano così, cristallizzata attraverso i secoli, con quelle architetture e quegli scorci sempre – da sempre – riconoscibili. L’incanto di Lempertz è un susseguirsi di Storia, dal Foro Romano, Tempio di Giove e Arco di Settimio Severo di Frédéric Flachéron (stima: € 2000 – 2.500) allo Studio di colline e vegetazione, Campagna Romana di Giacomo Caneva (stima: € 4.000 – 5.000) al Tempio della Fortuna Virile di Eugène Constant (Stima: € 2.000 – 2.500). Sembra di essere lì, a passeggiare tra le antichità di Roma, catapultati all’improvviso nella seconda metà dell’Ottocento. Ma non solo: a sfilare all’asta saranno anche i fotografi dell’editore francese Lerebours, i protagonisti della “Scuola fotografica romana”, gli habitué del Caffè Greco, i grandi nomi d’Oltralpe e i professionisti romani, tutti pionieri di un nascente (e proficuo) mercato fotografico.
A chi erano destinati questi scatti? Chi erano i “collezionisti tipo” di queste vedute? Soprattutto gli artisti e il pubblico borghese, dicono da Lempertz, quei viaggiatori e turisti che facevano tappa a Roma per l’irrinunciabile Grand Tour: «Fino circa alla metà del secolo i numerosissimi pittori e incisori fornivano direttamente il materiale artistico richiesto da turisti e viaggiatori. A partire dal 1839, anno di invenzione della fotografia, questa nuova forma artistica prende piede velocemente e diventa il mezzo più adatto per la creazione di rappresentazioni fedelissime nei dettagli e topograficamente corrette». Appuntamento a Colonia allora, dove l’antico si riconferma intramontabile con la collezione dei Maggia e con gli scatti di Roma, eterna anche in fotografia.