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Dal momento della vendita del Salvator Mundi di Da Vinci per 450 milioni di dollari gli specialisti hanno iniziato a dibattere su quanto questa vendita, e il fatto che fosse avvenuta durante un’asta di arte contemporanea, potesse influire sul mercato degli Old Masters. Il primo banco di prova sono state le aste della scorsa settimana a Londra, tra Sotheby’s, Bonhams e Christie’s, che hanno totalizzato 58,2 milioni di sterline, in rialzo del 48,5 per cento rispetto allo scorso inverno.
Il momento più atteso da Sotheby’s è stato quello dello schizzo a olio di John Constable per il suo dipinto del 1817 The Opening of Waterloo Bridge, di proprietà della Tate, schizzo scoperto sotto le scale di una casa londinese i cui proprietari non erano a conoscenza della paternità. Stimato 1 milione, è stato venduto per 2,3 milioni al collezionista Daniel Katz. Inoltre, sembrano aver avuto un grande successo i dipinti a soggetto religioso, da Bonhams, ad esempio, il prezzo massimo è stato di 1,7 milioni di sterline per un pannello trecentesco che raffigura Crocifissione di Lorenzo Veneziano. Ottimi risultati anche per i dipinti olandesi, un raro dipinto de El Greco e un lavoro di Van Dyck.
Il merito del Salvator Mundi, per ora, è stato quello di aver tolto un po’ di polvere dalla categoria. I veri risultati si vedranno al momento delle consegne del prossimo anno, ma la rivoluzione avverrà solo quando i venditori scommetteranno sulle vecchie opere, andando alla ricerca dei capolavori nascosti. (RP)