13 aprile 2021

L’NFT della discordia: Urs Fischer litiga con Gagosian per la blockchain

di

Urs Fischer ha venduto la sua prima opera NFT centuplicandone la stima iniziale ma si separa dal gallerista Larry Gagosian per divergenze di vedute sulla blockchain

Era solo questione di tempo ma era certo che, prima o poi, gli NFT avrebbero fatto sorgere le prime inimicizie. A rompere un rapporto che pure sembrava stabile sono stati Urs Fischer e Larry Gagosian e galeotta fu l’asta dei token. Come spesso capita quando si troncano certe relazioni, è una questione di tempi: c’è chi è – o si sente – pronto e chi non lo è.

Domenica scorsa, l’artista ha lanciato la sua prima opera in asta sul mercato delle criptovalute tramite Fair Warning, piattaforma fondata da Loïc Gouzer, ex co-presidente di Christie’s. CHAOS #1 Human, un’animazione basata su una scansione 3D di un accendino inglobato in un uovo, alla fine è stata venduta per 97.700 dollari, a partire da un’offerta iniziale di mille dollari. L’opera fa parte di una serie di 501, ognuna indentificata singolarmente sulla blockchain tramite il la sua “firma” NFT – Non Fungible Token. Gouzer ha spiegato che circa 100 persone si sono registrate per l’asta e 30 hanno gareggiato durante la vendita di domenica ma non ha rivelato se l’acquirente abbia pagato in criptovaluta o nella più tradizionale moneta sonante (anche se si tratta sempre di cifre su uno schermo). La differenza non è di poco conto: in molti si chiedono infatti se le transazioni fuori dalla blockchain e senza criptovalute possano effettivamente considerarsi ancora nell’ambito degli NFT.

Non è una comunque quotazione altissima per Fischer e per i picchi ai quali ci ha abituato il tam tam mediatico sorto intorno agli NFT – che comunque rappresenta una clamorosa eccezione e non certo la norma delle vendite – ma il margine di aumento dell’offerta ha soddisfatto comunque l’aspettativa di Fischer, che ha voluto lanciarsi a capofitto in questa nuova criptoavventura. «Urs dice di essere di nuovo innamorato perché questo permette a lui e ad altri artisti non solo di esprimere se stessi e le proprie idee, ma c’è anche un aspetto relazionale della comunità che sta scoprendo e con cui interagisce attraverso Discord (una piattaforma di messaggistica usata soprattutto nei videogiochi ma che ha preso piedi anche in altri settori creativi, ndr)», ha dichiarato Gouzer ad Artnet.

Non condivideva questa calorosissima passione Gagosian che, invece, avrebbe preferito aspettare per capire meglio il funzionamento del sistema e studiarne la fattibilità. Secondo quanto dichiarato da Gagosian al Wall Street Journal, poi, ci sarebbe stato anche troppo poco preavviso, prima dello svolgimento dell’asta. Ma Fischer non ha voluto sentire ragioni e così, dopo aver salutato Gagosian, si è rivolto a Pace Gallery, altra galleria blue chip che però si è dimostrata più ricettiva nei confronti di questa novità. Risultato? Le successive vendite delle opere NFT di Fischer saranno condotte tramite la piattaforma MakersPlace e poi, da maggio, da Pace Gallery.

Ancora da delineare è l’identikit degli acquirenti che però sono evidentemente interessati a investire parte del proprio critpoportafoglio nell’acquisizione di opere d’arte. «C’è tutto un mondo che non conoscevamo. E c’è un appetito per l’arte che è enorme, da parte di persone che non si sentono benvenute nelle gallerie», ha continuato Gouzer, mangiando la foglia. Se gli artisti possono controllare direttamente le vendite – non solo quelle dirette ma anche i passaggi successivi, che è la base del funzionamento delle blockchain – allora l’intermediazione delle gallerie diventa non più così tanto necessaria, fermo restando comunque il loro ruolo nella promozione e nella comunicazione. Almeno presso certi ambienti, visto che, come ha suggerito Gouzer, ci sono nuovi collezionisti che scalpitano sulla tastiera del computer.

«Non ho sentito così tanta energia dai tempi degli YBA», ha concluso Gouzer, un riferimento ai popolarissimi Young British Artists, come Damien Hirst e Tracey Emin, che sono saliti alla ribalta mondiale negli anni ’90. E il riferimento è sicuramente tutt’altro che nostalgico o casuale. Proprio Hirst, infatti, ha recentemente inaugurato una nuova personale nella sede di Londra di Gagosian. E pochi giorni prima aveva annunciato la sua collaborazione con Palm, nuova piattaforma online dedicata al mercato digitale che promette di risolvere una delle questioni più spinose legate alla vendita degli NFT: la loro sostenibilità energetica e l’impatto ambientale. In vendita attraverso blockchain le opere di The Currency Project, serie composta da 10mila dipinti a olio su carta, ognuno dei quali sarà accompagnato dal suo NFT non replicabile.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui