Una white glove da 676,1 milioni dollari non era abbastanza, pare. Dopo la vendita clamorosa che lo scorso novembre ha visto aggiudicare 35 capolavori come Le Nez di Giacometti e No.7 di Mark Rothko (date un’occhiata qui!), Sotheby’s annuncia la seconda manche della Macklowe Collection. Una sorta di spin-off ricercato, di quelli – rarissimi – che non deludono la serie madre. Quando? Il 16 maggio, nel pieno della primavera delle aste. Dove? A New York, dopo un tour strategico tra Londra, Palm Beach, Taipei, Hong Kong e Shanghai.
Partiamo con qualche nome stellare. Senza dubbio Seascape, un paesaggio celestiale di Gerhard Richter che riassume le luci di Turner, le nuvole di Constable, le atmosfere di Friedrich (stima: $ 25-35 milioni). Torna anche Mark Rothko, stavolta con un’opera del 1960 che riecheggia quella sua dichiarazione di intenti: «Spesso, verso sera, c’è una sensazione nell’aria di mistero, minaccia, frustrazione, tutte queste cose insieme», diceva. «Io vorrei che la mia pittura avesse la qualità di questi momenti». La stima di tante emozioni? $ 35-50 milioni, a fronte del record d’asta di $ 86,9 milioni (Orange, Red, Yellow del 1961, Christie’s, 2012). E non poteva mancare l’iconico Andy Warhol, uno degli ultimi autoritratti dell’artista – il volto a pattern mimetico, certamente malinconico, forse una maschera di morte a tinte contemporanee ($ 15-20 milioni).
«La Collezione Macklowe racconta la storia dell’arte nella sua forma più alta, con la massima precisione e chiarezza», commenta Brooke Lampley, Sotheby’s Chairman & Worldwide Head of Sales for Global Fine Art. «Ogni artista qui è rappresentato all’apice del suo potere creativo». Impressioni confermate anche da Mari-Claudia Jimenez, Sotheby’s Chairman, Managing Director & Worldwide Head of Business Development for Global Fine Art: «Gli straordinari risultati ottenuti a novembre», spiega, «testimoniano sia l’eccezionale calibro della collezione, sia il grande interesse che oggi riscontriamo in quello che è indubbiamente un mercato solido per i capolavori».
Ancora qualche lotto, ancora una raffica di numeri ad (almeno) sette cifre. C’è Jean Dubuffet, con quel Grand Nu Charbonneux che ha incontrato lo sguardo del pubblico in quasi tutte le grandi mostre dedicate all’artista (stima: $ 4-6 milioni). E poi due Untitled di Willem de Kooning – uno del 1961, l’altro del 1984 – che seguono le orme dei due esemplari aggiudicati a novembre per $ 24.393.000 e $ 18.935.250. Per finire, un Sigmar Polke da $ 3,5-4,5 milioni, un Robert Ryman da $ 8-12 milioni, un intricatissimo, graffiante Mark Grotjahn da $ 6-8milioni. Anche l’amore ha un prezzo, lo sanno bene ormai gli ex coniugi Macklowe: le tre D del mercato – Death, Debt e Divorce – riscuotono il pegno a suon di milioni.
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